L’evento è storico, chi non ne ha ancora capito l’importanza e la portata si svegli e rivolga un pensiero, almeno uno, alla grande bellezza italiana che troneggia e impera a New York e che ci dice che la vita è veramente bella.
Flavia Pennetta, brindisina, e Roberta Vinci, tarantina, sono il sole di questi giorni. Un pezzo di Salento che domina il mondo in uno degli sport più belli ed eleganti mai inventati dall’uomo: il tennis.
Le due salentine scalano la classifica ad eliminazione diretta di uno dei quattro tornei più importanti al mondo, l’US open di New York.
A Flushing Meadow la Pennetta e la Vinci si sfidano in finale, come non era mai successo prima. Non si è mai vista infatti una finale tutta italiana in una prova del grande slam.
Siamo alla leggenda, al mito, alla quintessenza della meraviglia, perché i successi dello sport sono i successi della vita, perché una società, un popolo, uno Stato che primeggiano nello sport sono lo specchio del benessere di quella società, o almeno la speranza di benessere. Un popolo prostrato non vince mai niente, non è capace né di slanci né di sussulti. E invece per noi non è così.
La Grecia antica ha dominato la storia dell’uomo non solo grazie alla filosofia, ma soprattutto grazie alle Olimpiadi, la si studia da sempre a scuola e la si impara dai libri, perché la gloria dello sport è somma spiritualità applicata al buon vivere.
Ecco perché una finale del torneo di tennis più importante d’America vale più di una vincita al Lotto e più di un investimento finanziario. Oggi l’italiano di buon cuore e di buon gusto o l’italiana intelligente e responsabile, da Aosta a Trapani, ha un motivo reale per festeggiare.
Sì è festa nazionale oggi. Tutti ci guardano. La bellezza di Flavia e Roberta in campo è la bellezza italiana nel mondo.