Fichi e noci, tre cioccolati, pasta di mandorla e canditi, fondente e uvetta al rum. Perché accontentarsi del panettone tradizionale?


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Ci sono riti che si ripetono, soprattutto a Natale. C’è l’albero pieno di palline colorate, le luci per ‘addobbare’ la casa e il presepe, ricco di scene e personaggi.  Anche la corsa ai regali da scartare fa parte delle ‘regole’ più o meno piacevoli delle feste. Una vera e propria magia che si respira nell’aria, un’atmosfera di felicità perché non c’è nulla di importante da togliere il sorriso. A Natale le tradizioni si ripetono sempre allo stesso modo, ma anno dopo anno regalano emozioni nuove, mai provate prima. Anche a tavola. A Natale la tavola è la protagonista indiscussa, soprattutto nel Salento dove è d’obbligo fare le cose in grande. Guai a proporre di cambiare il menu della nonna o della mamma, con i piatti di una volta, le pittute e il panettone per concludere in bellezza il pranzo o la cena.

Il «Pan de Toni», il dolce bruciato la notte della vigilia dal capocuoco nelle cucine degli Sforza è il simbolo della festa, ma con il passare degli anni, grazie anche alla creatività e alla bravura dei pasticceri, alla versione ‘classica’ con i canditi e l’uvetta che o piace o non piace si sono aggiunte altre varianti per soddisfare palati più o meno fini e raffinati. Basta fare una passeggiata alla Pasticceria Roxy di Martignano e fare una chiacchierata con il maestro Luigi Tramonte per capire che è possibile trovare il ‘panettone’ giusto da portare in tavola, aggiungendo un tocco di ‘modernità’ alla tradizione fatta di regole che si ripetono nel tempo.

Alla domanda “Maestro, cosa sta preparando per Natale” si è aperto un mondo fatto di creatività, dolcezza fantasia. Se il panettone tradizionale è una pietra miliare, la scelta che accontenta tutti, tranne i fan del pandoro che possono optare per il «Pandorato» della pasticceria Roxy, senza canditi e senza uvetta. A tavola nessuno rimane scontento.

Le altre creazioni tutte da gustare

Difficile descriverle a parole. Ci sarà il panettone tradizionale milanese, ma all’olio di oliva, frutto delle migliori olive. Per questa ‘idea’ il maestro Tramacere era balzato sotto le luci dei riflettori dell’arte dolciaria perché aveva cercato di riportare l’attenzione su un prodotto principe di questa terra, quell’oro verde offuscato dal problema della xylella. Il risultato è una prelibatezza senza eguali. E ancora c’è il panettone ai tre cioccolati (latte, bianco e fondente) perché è impensabile non accontentare i golosi. Per chi ha sempre sognato di aggiungere ad un ‘prodotto del nord’ qualcosa che ricordi un po’ il Salento c’è il panettone fichi e noci.

Viene l’acquolina in bocca solo a citare il panettone arancia, pasta di mandorla e canditi. Da provare anche il panettone espressino, al caffè e cioccolato al caffe.

Per i palati più sofisticati c’è il panettone al cioccolato fondente e uvetta al rum. C’è un’ultima alternativa: lo strupanettone. Basta leggere gli ingredienti per capire che si tratta di un abbraccio tra strudel e panettone: mela, uvetta e noci.

Che dire c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Sempre che sia possibile riuscire a scegliere tra le tante bontà proposte.