Fiera di San Vito a Ortelle, una tradizione vecchia di secoli

Come tradizione vuole, Otrelle si prepara ad accogliere i visitatori che attendono con ansia la Fiera di San Vito, in programma la quarta domenica di ottobre

C’è un appuntamento imperdibile la quarta domenica di ottobre, da secoli: puntuale come l’autunno, magica come ogni tradizione, unica come ogni rito che si ripete. È la Fiera Di San Vito ad Ortelle, una delle sagre più antiche del Sud Italia, che richiama centinaia, migliaia, di visitatori attirati dal profumo inconfondibile della carne di maiale rigorosamente “paesana”, prodotta da animali allevati nel territorio di Ortelle e Vignacastrisi (da cui l’acronimo Or.Vi.). Un’eccellenza a km0 come è di moda dire.

L’evento, che ripercorre passo dopo passo la storia della comunità,  che ha saputo guardare al futuro tenendo ben salde le radici nel passato, è uno di quegli appuntamenti da non perdere, uno dei più sentiti nel Salento (e non solo) in cui si mescolano fede, devozione e preghiere, ma anche riti, tradizioni che si perdono nel passato e usanze rispolverate per volontà dei Borbone per aiutare l’economia locale.

La Fiera di San Vito a Ortelle è una delle Fiere più antiche, certamente quella sentita in autunno, quella che non ha bisogno di date perché si sa che si svolge ogni quarta domenica di ottobreda quando è nata. Se ne parla persino in un antico documento del 1781, dove si descrive la tradizionale fiera alla quale partecipavano i mercanti provenienti da tutto il circondario, con lo scopo di acquistare o vendere merci (chiamate “paniere di San Vito”). Un tempo, infatti, si aspettavano i giorni di festa per fare affari e scorte per l’inverno alle porte. Mercanti, contadini, allevatori arrivavano nel piccolo comune salentino da tutta la Puglia per scambiarsi sementi e acquistare attrezzi agricoli.

Ancor più antico è un inventario inventario dell’antica Contea di Castro, redatto nel 1561, su cui si trova un appunto sulla fiera di Ortelle. “Colà faceasi in quel dì una fiera col concorso di tanta gente ed il barone vi interveniva in pompa magna col codazzo dei vassalli”, si legge.

Agroalimentare, cibo, musica, devozione per San Vito. Non mancherà nulla. La data da segnare in rosso sull’agenda è quella di giovedì 23 ottobre, quando si accenderà la festa che durerà, come tradizione impone, fino a domenica 26 ottobre.



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