Non chiamatela marmellata! È la cotognata leccese, una dolce bontà che era stata dimenticata


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La cotognata leccese non è una semplice marmellata di mele cotogne, quei frutti ‘duri e aspri’, spesso “scartati”, ma preziosi in questa antica ricetta. Sono in grado, infatti, di regalare un dolce forse poco conosciuto o famoso (come il pasticciotto o altre specialità salentine), ma dal gusto particolare, perfetto per coccolarsi durante l’inverno.

La consistenza ‘solida’ di questa confettura (simile ad una caramella gelée) dall’inconfondibile colore rosso-scuro permette di tagliarla a pezzi e conservarla a lungo.

La ricetta della cotognata leccese, come tradizione vuole

Negli anni non hanno cambiato questa tradizione tipicamente salentina, portata avanti da numerose pasticcerie che la preparano, con la stessa cura artigianale di una volta, e la propongono in vetrina come prodotto ‘esclusivo’. Come accadeva in passato, la cotognata leccese si prepara in casa, da settembre a ottobre. Non lasciatevi spaventare dal sapore acido delle mele cotogne che, di solito, sono ‘poco utilizzate’ e apprezzate in cucina. Il risultato finale della “cutugnata” sarà in grado di sorprendervi. Tutto merito della ricetta, pura ‘alchimia’.

Ingredienti

Per preparare la cotognata – da spalmare su pane o fette biscottate a colazione, da ‘tagliare’ a fine pasto a mo’ di dessert o da mangiare come caramelle – bastano pochissimi ingredienti.

Procedimento

Si conserva in un luogo fresco ed asciutto, avvolta in pellicola trasparente e riposta in scatole
di latta.

Curiosità

È un prodotto di nicchia, senza dubbio, ma gusto particolarissimo della ‘cotognata’ ha conquistato anche Henri Philippon che ha inserito la ricetta nel suo famoso volume “Cuisine du Quercy et du Périgord”, dato alle stampe nel 1979. Senza dimenticare che, come tradizione vuole, il frutto che indusse Eva in tentazione nel Paradiso Terrestre pare fosse proprio una mela cotogna.

La mela cotogna, molto ricca di pectina, si presta bene alla preparazione di marmellate e gelatine. Con la cottura, la polpa acquisisce un colore rosso bruno ed un sapore intenso e dolce che ricorda un po’ il miele. Se volere un risultato meno ‘dolce’ quindi, diminuite un po’ la quantità di zucchero.