Sono sempre più i turisti che, per conoscere questa terra baciata dal mare, scelgono di mangiare alla ‘salentina maniera’. E poco importa se al termine della vacanza si tornerà a casa con qualche chilo in più. Vale sicuramente la pena sfidare la bilancia per non perdersi nulla delle tante specialità che la cucina sa offrire.
Nel Salento non c’è domenica senza sagne ‘ncannulate. “Ritorte” o “attorcigliate” per gli stranieri a cui sembra quasi impossibile pronunciarle correttamente in dialetto. Una tradizione tutta locale che ricorda i sapori di casa, i profumi con cui ci si svegliava la mattina e la manualità delle nostre nonne e mamme che creavano questa pasta fresca dalla forma arricciata con amore. Anche chi ha dovuto fare le valigie e partire non rinuncia a questo rito della domenica. Semola, acqua, tradizione e tanto amore, anche in Svizzera come ci ricorda Biancarosa Urso, del gruppo Facebook Salento in Svizzera che ha invitato la foto in copertina.
Tutte perfette, tutte uguali, una accanto all’altra sotto lo strofinaccio, pronte per essere cucinate e condite, secondo la ricetta originale, con il sugo e perché no anche con la ricotta forte o ‘scante. Ricordi pieni di nostalgia per chi ne rubava qualcuna per mangiarla cruda.
Si dice che le sagne siano nate per rendere omaggio a San Giuseppe, come suggerisce la forma che ricorda i trucioli di legno delle botteghe dei falegnami. Certo è che, insieme alle orecchiette e ai minchiareddhi (o maccarruni) con le orecchiette sono un piatto tipico del Salento, da provare assolutamente quando si scorre il menu delle trattorie o ristoranti del posto che le propongono.
Povero negli ingredienti utilizzati per la preparazione – acqua e farina di grano duro (o di orzo) – ma squisito al palato. Lo stesso impasto fatto in casa dà vita ad un’altra ricetta tutta locale: le ciciri e tria. Basta solo non ncannulare le sagne, ma tagliarle. Una parte verrà cotta nella zuppa di ceci, l’altra fritta in abbondante olio di oliva per ottenere delle croccanti striscioline dorate.
Arrotolare le sagne è un’arte, ma anche mangiarle. Buon appetito.