L’11 novembre è il giorno dedicato al culto di San Martino, famoso santo di Tours che visse nel medioevo. La festa di San Martino, nata in Francia ma diffusasi poi in tutta Europa, celebra la fine dei lavori nei campi mentre la cosiddetta “ estate di San Martino” consente al mosto di diventare vino. Questa giornata coincide, dunque, con l’assaggio del primo vino novello.
In Puglia, e ancor più nel Salento, San Martino è una festa molto sentita. Una ricorrenza le cui origini sono fortemente legate alla tradizione contadina del passato che continua a sopravvivere ancora oggi. Non solo sopravvive la tradizione ma è forte il legame che crea in chi vive a mille chilometri da casa. Rievocare questa festa e diffondere la cultura salentina legata a cibo e folklore è l’obiettivo primario dell’associazione internazionale Salentini – Salento U.S che ha organizzato, anche quest’anno, “La Notte di San Martino” a Milano.
Da 14 edizioni, nel cuore pulsante della Lombardia, un evento che unisce salentini e pugliesi agli amici del Nord che condividono la stessa passione per le nostre tradizioni. Erano tantissimi, ieri sera, a ballare al ritmo dei tamburelli e a degustare mozzarelle, frise e vino buono. Niente di eclatante se vivi nel Salento ma un’occasione unica per ritrovarsi, se la città in cui studi e lavori è Milano. Un evento speciale che oltre a rafforzare lo spirito di condivisione, ha l’ambizione di valorizzare la nostra cultura attraverso progetti importanti.
Primo su tutti, il progetto musicale della Fondazione dedicata alla memoria di Francesco Attanasi , che si propone di promuovere la musica, l’arte e la cultura. Durante la serata si sono esibiti, gli Sciacuddhuzzi, gruppo musicale etnico fondato dal Maestro Attanasi, un’ensamble di strumenti acustici, di estrazione prevalentemente popolare che, guidata da Giuseppe Attanasi, sfrutta risorse interpretative eccentriche e affronta nuovi percorsi sonori, con sapori antichi e colori evocativi di un passato lontano.
Di un altro progetto importante ne parla Paolo Galloso. ”Coltivatori di emozioni”, questo il nome del progetto in fase di startup che atrraverso l’adozione a distanza di orti, vigne e uliveti, si propone di promuovere un’agricoltura sostenibile.
Durante la serata, che ha visto la presenza del consigliere della Regione Puglia Mario Pendinelli, è stato premiato il regista salentino Edoardo Winspeare per il suo impegno nella promozione del territorio. Oltre al famoso regista, ospiti prestigiosi dell’edizione 2016 de “La Notte di San Martino” sono stati i musicisti Valentina Caiulo e Gabriele Blandini.
A Valentina chiediamo: cosa significa per te partecipare alla “Festa di San Martino” a Milano?
"Per me è un’occasione unica suonare con gli Sciacuddhuzzi ed è un’emozione che si rinnova ogni anno quella che mi trasmette il vedere tutta questa gente ballare e divertirsi al ritmo della nostra musica."
Gabriele Blandini, dopo i tuoi tour in giro per il mondo con artisti di fama internazionale, che sapore ha prendere un treno e venire a Milano per questa serata?
"Le sensazioni sono belle e intense quando ti esibisci davanti a centinaia di ragazzi pugliesi che a Milano vengono per ascoltare la musica della nostra tradizione. Credo che prima di ogni cosa occorre lodare l’impegno di chi promuove queste iniziative poiché riescono a ricreare al meglio la vera piazza salentina con i suoi profumi e i suoi suoni."
Tra i tantissimi presenti, raccogliamo le testimonianze di due giovani, Giulio Centonze, che è arrivato da Lecce, nel pieno della serata con l’ultimo volo disponibile e, ancora con la valigia in mano, racconta del suo amore per il Salento e Gigi Tarantino, che da anni vive a Milano, dove lavora come manager in un’importante emittente televisiva, che non resiste alla sua passione per la musica e all’invito di condividere il palco con i suoi amici Sciacuddhuzzi. Esempi di legami con la propria terra che non si spezzano mai.
A cura di TIZIANA PROTOPAPA