Festa de lu mieru a Carpignano salentino, un brindisi lungo cinquant’anni


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Ci sono feste che non appartengono solo a un paese, ma a tutto il Salento. La Festa te lu Mieru a Carpignano Salentino è una di queste, un rito antico che profuma di mosto e nostalgia, un inno alla terra e al suo popolo, un canto che si ripete e che ogni volta sembra nuovo. Dal 5 al 7 settembre, nel piccolo comune della grecia si celebrerà non solo il vino nuovo, ma soprattutto cinquant’anni di tradizione, cultura e identità.

Non è solo una festa. È un abbraccio che tiene insieme generazioni, un brindisi che profuma di mosto, terra rossa e memoria che scorre come sangue nelle vene. È la voce dei nonni che raccontano di quando la vendemmia era fatica e condivisione, è la musica che risuona tra i vicoli del centro storico, è la piazza che si trasforma in un cuore pieno di vita, è un appuntamento che racconta una storia lunga 50 anni.

Un incontro che sembra una favola

La Festa te lu Mieru affonda le sue radici in un’epoca in cui la vendemmia scandiva la vita dei paesi salentini: il vino non era solo prodotto, ma legame, sudore e identità. Era la metà degli anni Settanta quando a Carpignano Salentino arrivò, dalla fredda Norvegia, la compagnia teatrale Odin Teatret. Cercavano un posto remoto, lontano dal rumore del mondo, dove respirare autenticità e lasciarsi ispirare per un nuovo spettacolo. Lo trovarono qui, tra i filari di viti carichi di grappoli, le distese di tabacco e gli ulivi secolari che sembravano raccontare storie antiche.

La compagnia rimase nel Salento per cinque mesi, scanditi da un dialogo continuo, uno scambio spontaneo, sincero: i contadini mostrarono la forza della loro cultura, gli attori portarono linguaggi nuovi. Gesti, canti e riti si fusero in uno scambio che arricchì entrambi. E quando giunse il momento dei saluti, un uomo del posto ebbe un’idea. Un uomo del posto pensò di organizzare una grande festa. Nessuno poteva immaginare che quella serata, fatta di risate, danze sfrenate, calici traboccanti e culture che si abbracciavano, avrebbe acceso una scintilla destinata a durare per sempre.

Da quel momento, anno dopo anno, la comunità tornò a ritrovarsi attorno al vino e alla musica, fino a trasformare quell’intuizione in un appuntamento irrinunciabile. Così nacque la Festa te lu Mieru, oggi riconosciuta come la sagra più longeva del Salento.

Il programma

Da allora, ogni anno a settembre, Carpignano si trasforma. Le strade si riempiono di musica, il vino scorre nei bicchieri, la piazza diventa un palcoscenico dove generazioni si ritrovano. Le serate saranno scandite dal ritmo della musica: dalle note itineranti della Be Dixie Band che apriranno il 5 settembre, fino alla travolgente energia di Babilonia – Antonio Castrignanò & Taranta Sounds che faranno ballare fino a notte fonda. Il giorno seguente, il canto popolare dell’Allegra Compagnia Cantante e il ritmo esplosivo dei Kawabonga Party daranno voce a un’identità che non vuole spegnersi.

Il 7 settembre, la festa raggiungerà il suo apice: alle 18:30 la suggestiva Cuccagna te lu Mieru, simbolo di gioco, sudore e risate, riempirà la piazza Madonna delle Grazie, prima di lasciare spazio al concerto di Elettronica Mascarimiri e, a notte inoltrata, all’emozionante spettacolo della Focara te lu Mieru, che accenderà il cielo di Carpignano.

Questa non è solo una sagra: è il racconto di un popolo che ha fatto del vino il suo simbolo di resistenza, di comunità e di festa. È la dimostrazione che le radici non sono catene, ma ali: ci ricordano da dove veniamo per portarci più lontano, insieme.

Cinquant’anni di brindisi, di balli, di canti. Cinquant’anni in cui Carpignano ha custodito un pezzo d’anima del Salento, donandolo a chiunque voglia sentirsi parte di questa storia.

Perché alla Festa te lu Mieru, ogni calice è un invito a vivere, ogni nota è un invito a danzare, ogni sorriso è un invito a tornare.