Se ancora oggi ci sono tanti «senzabrera» come Gianni Mura, una tra le più autorevoli firme del giornalismo sportivo italiano, ha definito gli orfani di Gianni Brera significa che si continua a sentire la mancanza dell’indimenticabile «Arcimatto». Dalla sua penna sono nate espressioni utilizzate tuttora nel “gergo pallonaro”: libero, per indicare l’ultimo baluardo davanti al portiere, scritta su un tovagliolo di carta durante una cena con il “Paron”, contropiede, una vera e propria filosofia che rispecchiava, a suo dire, lo spirito italiano, centrocampista, melina e goleador. E poi si sono i tanti nomignoli e appellativi dati ai più grandi campioni di quegli anni. Ribattezzò “Abatino” Gianni Rivera, che per tutti era il Golden Boy. Boninsegna diventò “Bonimba”, ma il soprannome più azzeccato fu “Rombo di Tuono”: “Sentirmi chiamare in quel modo, mi fece diventare persino più forte“, disse Gigi Riva. In questa confessione c’è tutta la magia di Gianni Brera.
Per questo sono ancora tante le manifestazioni per ricordare il cronista-poeta, come quella che andrà in scena a San Gregorio martedì 8 agosto 2023. Alle 20.30 saranno presentati due libri dedicati al padre del giornalismo sportivo: “Per Gianni Brera, L’Arcimatto” (come il nome della sua mitica rubrica) e “II miracolo di Eupalla – Diario del Mundial 1982”.
Gianni Brera, tra sport e letteratura
Dopo i saluti di Gabriele Abaterusso, Sindaco di Patù e Ada Bello Assessora alla Cultura, si alterneranno gli interventi – moderati da Mario Carparelli dell’Università del Salento – di Claudio Rinaldi, Direttore della Gazzetta di Parma, Massimiliano Castellani, Giornalista de L’Avvenire, Cosimo Argentina Scrittore e Salvatore Piconese, Ideatore del Festival dell’Arcimatto
Durante la serata è previsto un collegamento telefonico con l’ex calciatore e campione del mondo nel 1982 Claudio Gentile.
L’intervista
Salvatore Piconese, quando era primo cittadino di Uggiano La Chiesa, ha ideato il Festival dell’Arcimatto ed è coautore del libro “Per Gianni Brera l’Arcimatto” che sarà presentato a San Gregorio.
Gli abbiamo chiesto di parlarci di questo progetto editoriale
Il libro “Per Gianni Brera l’Arcimatto” è un’opera che nasce dalla volontà di ricordare, nel trentennale della morte, avvenuta nel 1992, il giornalista sportivo e lo scrittore Gianni Brera. È stata ideata e voluta dalle più prestigiose firme del giornalismo e della letteratura sportiva nazionale e all’interno si possono trovare documenti, riflessioni, testimonianze su una delle personalità più interessanti del Novecento italiano.
Il libro è curato da Alberto Scemma e da Alberto Brambilla, e si posso, tra l’altro, leggere i contributi di firme autorevoli come Darwin Pastorin, Andrea Maietti, Massimo Raffaeli, Marco Pastonesi, Vittorio Feltri, Giuseppe Smorto, Mario Sconcerti, Mario Sicolo, Gianni Spinelli, e anche quelli di Massimiliano Castellani, giornalista e scrittore, responsabile di Agorà de l’Avvenire, che sarà con noi l’8 agosto, e Claudio Rinaldi, direttore della Gazzetta di Parma, e forse l’unico in Italia che può scrivere una biografia completa su Brera, che sarà anche lui con noi l’8 di agosto e che, per l’occasione, presenterà il suo nuovo libro “Il miracolo di Eupalla – Diario del Mundial 1982”.
Secondo lei, che cosa è stato Gianni Brera per il giornalismo e per la cultura italiana?
È stato, forse, il più grande narratore della vita degli italiani del Novecento, particolare dal dopoguerra agli inizi degli anni ’90. Gli scritti di Gianni Brera con la loro creatività e innovazione culturale hanno cambiato il linguaggio del giornalismo in Italia. Soprattutto molti termini breriani sono penetrati nel linguaggio comune e quotidiano degli italiani. E molti termini inventati da Brera ancora oggi resistono al tempo e ai cambiamenti della società e dello sport: centrocampista, libero, goleador o addirittura i soprannomi dati ai calciatori, come Abatino per Rivera, Rombo di tuono per Riva, Bonimba per Boninsegna, Stradivialli per Vialli.
Inoltre, con la rubrica L’Arcimatto, sul Guerin Sportivo, Brera raccontava le storie e la vita della provincia italiana, le battute di caccia e di pesca, le abitudini culinarie, le colture tipiche, la cucina tradizionale, le serate passate in osteria e le ore dedicate a parlare con un contadino o un vignaiolo. Ecco, era un giornalista, uno scrittore, ma anche un esperto del “mangiar bene” e un appassionato di vini.
È una figura intellettuale articolata, complessa e affascinante, che merita di essere onorata e ricordata.