Che fantastico rosone, ma non siamo a Lecce


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Il rosone della basilica di Santa Croce a Lecce, realizzato da Cesare Penna, ha un predecessore di riguardo: quello della chiesa madre di Minervino di Lecce, capolavoro dell’architetto e scultore leccese Gabriele Riccardi, maestro indiscusso dell’arte barocca.

A guardarlo così da vicino pochi sono in grado di distinguere le due opere, ma le differenze ci sono e la prima riguarda la data di costruzione, perché uno è stato realizzato alcuni decenni prima dell’altro.

È giusto porre l’accento sull’opera mirabile anche se poco conosciuta che risiede in un piccolo paese dell’hinterland otrantino, già ricco di altre testimonianze storiche ed archeologiche.

Tornando a Santa Croce di Lecce, quello che viene definito il trionfo del barocco leccese, occorre ricordare che il rosone, il più grande e famoso di Puglia, è incastonato al centro di una facciata stracolma di motivi decorativi, di smisurata portata, ma che risalta in un contesto già fin troppo traboccante di pietre scolpite. Quello di Minervino troneggia al centro di una facciata sobria ed essenziale, e forse per questo ancora più bello e pregevole.