Una chiesa con annesso convento in posizione decentrata, quasi unica, come avveniva un tempo con i monasteri realizzati da importanti ordini religiosi. Parliamo della chiesa del Carmine di Melpignano e dei monaci agostiniani che se ne presero cura a partire dal Cinquecento. La facciata è un nobile esempio di barocco del Seicento, e su di essa ci ha messo mano anche il grande architetto leccese Giuseppe Zimbalo, particolarmente noto in quell’epoca gloriosa.
Il magnifico portale d’ingresso è formato da due coppie di colonne, che poggiano su basamenti a spigolo, ruotati di 45 gradi, mentre la trabeazione è sovrastata da una statua in pietra della Madonna del Carmine. Lateralmente le due sontuose nicchie ospitano le statue di Santa Monica e Sant’Agostino.
Il complesso architettonico da più di vent’anni fa da sfondo al concertone finale del Festival ‘La Notte della Taranta’ che a partire dall’anno 2000 fu trasferito qui dalla centrale Piazza San Giorgio di Melpignano, che aveva ospitato le prime due edizioni dell’evento musicale