Cena a Oppdal per Davide Urso: continuano le sue avventure in viaggio


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Giorno 23, Oppdal, km 6368

Stamane mi sono svegliato e ho “colazionato” (vivo in Spagna e qui si usa il verbo “comer” per pranzare, “cenar” per cenare e “desayunar” per fare colazione; non possiamo trovare un verbo che esprima l’azione di fare colazione?) davanti al fiordo più bello del mondo. Mi sento fortunato al pensiero di vivere questa avventura. Ogni giorno non è solo una tappa per avvicinarmi al traguardo, è anche un momento per visitare luoghi unici e incantevoli, quindi voglio trovare il modo di godermi ogni fotogramma di questa esperienza, che consiglio a tutti di emulare, senza nessun dubbio.

Sebbene questa terra sia stata divorata dal turismo (in alcuni tratti in maniera scandalosa, come per esempio nel far ormeggiare le crociere vicinissimo al fiordo, impedendo di fatto qualsiasi foto dignitosa), mi ci sono trovato bene e ho avuto il piacere di visitare e passeggiare e guidare e correre nei pressi del fiordo: dallo spiazzale stracolmo di negozi turistici agli hotel posti sul lato sinistro, dalla prateria con capre e pecore ai camping sulla destra, dal museo del fiordo ai torrenti che si sviluppano in alto.

Domani avrei dovuto percorrere molti chilometri e fin’ora il tempo è stato orribile, come sapete bene, ma non oggi, non questo pomeriggio, quando il sole è spuntato, lasciandomi così due opzioni: godermi altre ore rilassanti a Geiranger, oppure approfittare del bel tempo e percorrere mezza tratta che mi divideva da Trondheim. Ho optato per la seconda.

Mi sono fermato a osservare una delle chiese più antiche della Norvegia, costruita in legno, con un profumo di incenso misto a resina che mi ha lasciato estasiato. Mi raccomando, visitatela se doveste passare da Fossbergom, perché non ne troverete altre sparse per il mondo.

Non immaginavo che avrei trovato un ragazzo che per strada chiedeva un passaggio, non avevo previsto una tale esperienza, ma si deve essere sempre aperti alle nuove proposte, quindi l’ho fatto accomodare su Africa e siamo partiti in direzione Trondheim, fermandoci però a metà strada, in un qualsiasi paese, nello specifico a Oppdal, per trascorrere la notte e cenare. Avevo una chitarra con me, e devo riconoscere che questa è stata la migliore notte trascorsa da quando ho iniziato il viaggio. Suonare e cantare (suonare male e cantare ancora peggio, ma non importa) trasforma due viaggiatori in due amiconi, che si raccontano, si confidano e si aiutano.

Non tutto è rose e fiori, pertanto, una volta gonfiato il materasso, mi sono accorto che era bucato e ho dovuto perdere più di un’ora per ripararlo con il mastice e la toppa. Anche questa è avventura.

Parlerò del mio nuovo amico nella prossima puntata, nel frattempo mando un abbraccio a tutti voi che ancora avete la pazienza di leggermi.