
Il piano, oggi, era di partire in mattinata verso nord, senza percorrere molti chilometri, però iniziando a iniziare a salire, giorno dopo giorno, in direzione Capo Nord, la mia meta finale.
Il bello di essere soli è avere la libertà di cambiare i piani, senza dar conto a nessuno, soprattutto se si dorme in auto e non si hanno alberghi prenotati.
Avevo trascorso due giorni a Bergen senza vedere molto, causa la pioggia, ma quando stamane mi sono svegliato ho trovato un cielo accettabilmente azzurro, pertanto mi è sembrato un buon compromesso passare mezza giornata passeggiando per la città. Me la sono girata tutta, per quanto ho potuto: il waterfront, la cattedrale, il quartiere antico, la parte sulla collina, di nuovo il mercato del pesce.
Subito dopo pranzo, una baguette con dell’affettato preconfezionato, ho lasciato la città e mi sono diretto verso Nord.
La strada più breve prevedeva l’attraversamento di un fiordo con il traghetto, altrimenti avrei dovuto percorrere più di 200 km, quindi, perché no?! Oltre a recuperare tempo, i 10 € di costo del passaggio erano più economici del diesel che avrei dovuto spendere per costeggiare la costa e poi…anzi, e soprattutto, l’esperienza del traghetto è veramente tipica di un viaggio del genere, non volevo perderla.
Non volevo neanche andare di fretta, quindi ho deciso di lasciare a domani l’attraversamento e rimanere, stasera, a Lavik, in un’area di sosta accanto al porto, conscio anche del fatto che in Norvegia sono tolleranti in quanto a camping; nessuno si lamenta se parcheggi e dormi in auto, anche perché, è la verità, una grande fetta di turisti è composta da gente avventuriera.

Ho deciso di passare la serata all’insegna del relax, organizzando il materiale video e fotografico, scrivendo il mio diario e, infine, guardando un film.
Avevo veramente voglia di rilassarmi nel mio letto gonfiabile, con il computer portatile sulle gambe o incastonato tra le stoviglie e i panni sporchi, immaginando vagamente il comfort che avevo lasciato a Madrid, venti giorni fa, e che inizia a mancarmi, perché, onestamente, venti giorni di campeggio itinerante sono tanti, portano il peso, quasi inizio a cedere alla tentazione di aumentare il budget giornaliero e regalarmi delle notti in ostello.
Mi aiuta il fatto che in questa terra, fatta di paesini e piccole città, gli ostelli non ci sono, esistono camping, che ti permettono di dormire nella tua auto o nella tenda (quindi, mi cambierebbe solo la comodità di avere una doccia a disposizione, che stranamente qui non è inclusa nella tariffa di soggiorno) oppure hotel, che sono assolutamente fuori dalla mia portata.
Continuerò a dormire nella mia Africa, per ora.
