Il tennis vive un momento molto particolare, tra straordinari campioni a fine carriera, giovani fenomeni in cerca della definitiva consacrazione e giocatori di alto livello che cercano di inserirsi in questo inevitabile ricambio generazionale. Un anno all’insegna dell’equilibrio, in cui ogni grande torneo lascia spazio a molteplici soluzioni e ambizioni.
L’ombra dei problemi fisici
La disciplina tennistica, sempre molto apprezzata anche nell’ambito delle scommesse sportive online, sta sviluppando un periodo di stimolante transizione, in cui fuoriclasse di età ben differenti lottano per imporsi ai massimi livelli. Per tanti anni abbiamo avuto un triumvirato intoccabile al vertice, quello composto da Federer, Djokovic e Nadal, con gli inserimenti di Murray e Wawrinka e pochissimo spazio concesso agli altri, quantomeno nell’ambito dei tornei del Grande Slam. Il tempo peròpassa per tutti, e le carriere non possono durare in eterno.
Federer ha annunciato definitivamente il suo ritiro lo scorso settembre, tra le la crime sue e di milioni di appassionati che lo hanno amato e seguito per interi lustri. Nadal non aveva invece nessuna intenzione di mollare la presa, ma il suo fisico logorato ha iniziato a dire basta, tanto che lo spagnolo non gioca dalla prematura sconfitta all’Australian Open, non ci sarà nemmeno al Roland Garros e potrebbe non scendere più in campo fino all’autunno o addirittura fino al 2024. Lo stesso Djokovic, sulla carta quasi invincibile, è stato recentemente vittima di infortuni che lo hanno frenato, e fatica a ritrovare la condizione ideale.
È evidente che questo panorama di ricambio lasci via libera a giovani nuovi leader, tra i quali il punto di riferimento è già diventato Carlos Alcaraz, capace di vincere il suo primo Slam e toccare la posizione numero uno del ranking prima ancora di compiere 20 anni. Lo spagnolo è destinato a un presente e a un futuro radiosi, ma anche lui ha già avuto qualche stop dovuto al logorio per l’eccessivo numero di partite giocate, al punto da saltare la trasferta australiana di gennaio.
I sogni di gloria degli altri
Parlando di giovani, il riferimento successivo va subito a Rune e Sinner, i due elementi aggiuntivi del nuovo trio che, a detta di tutti, dovrebbe spartirsi gran parte dei tornei Major da qui in avanti. Il danese ha sorpreso per la velocità con cui ha scalato le tappe e per come ha saputo in breve tempo rendere solido e completo il suo gioco. Il nostro Sinner invece ha già conquistato tanti grandi piazzamenti, ma ancora non ha centrato il successo finale negli eventi più importanti, e pare soffrire di qualche limite, sia fisicamente che a livello di varietà di gioco.
Poi ci sono gli altri, i rappresentanti delle “terre di mezzo”, non più alle prime armi ma nemmeno verso il viale del tramonto. Medvedev, già campione Slam e già numero uno, reduce da una prima parte di 2023 entusiasmante, con tanto di inattesi progressi anche sulla da lui odiata terra battuta. Tsitsipas, il cui primo trionfo Major è atteso da anni, ma a cui sembra sempre mancare quell’ultimo passo, quel qualcosa in più, forse soprattutto per l’ostinazione di voler continuare a farsi seguire dagli ingombranti genitori. Rublev, perennemente un gradino sotto, ma in grado, finalmente, di trasformarsi in principe con la vittoria a Montecarlo. Ruud, preda di un inizio stagionale a dir poco complicato, dopo il fantastico 2022 che lo portò fino a una doppia finaleSlam.
Non vanno infine dimenticati i vari Fritz, Tiafoe, Auger Aliassime, oltre a Musetti e Berrettini (quando quest’ultimo tornerà in buona salute), e perché no, anche il gran talento di Fabio Fognini: avversari pronti ad affilare le unghie, approfittare di eventuali defaillance dei primissimi e inserirsi nei weekend conclusivi delle manifestazioni che più contano.