Nemmeno parte la prova preselettiva per i posti da navigator che già arrivano le lamentele degli esclusi e si scaldano i motori ai fini del ricorso.
Sì, perché la procedura di selezione di cui all’avviso pubblicato dall’Anpal Servizi (Agenzia nazionale politiche del lavoro, Ente pubblico dello Stato italiano) per il conferimento di incarichi di collaborazione ai fini dell’affiancamento degli operatori dei Centri per l’impiego in ordine al reddito di cittadinanza, faceva gola a tanti.
Eppure, oltre 20 mila candidati, in possesso dei requisiti previsti dal concorso, non potranno partecipare alla prova preselettiva per una clausola del bando che, anche agli addetti ai lavori, appare non proprio trasparente, se non illegittima.
Una storia che è sempre stata tormentata, sin da quando le Regioni contestavano la titolarità di Anpal ai fini della predisposizione del concorso.
Tornando al bando, l’art. 6 dispone che “sono ammessi alla selezione i candidati in possesso dei requisiti di ammissibilità richiesti dall’art. 3 del presente Avviso, secondo un rapporto di 1 a 20 tra posizioni ricercate e candidature pervenute su base provinciale, in ragione del miglior voto di laurea. In caso di parità verrà preferito il candidato più giovane di età. In caso di ulteriore parità verranno ammessi tutti i candidati di pari età”.
Insomma, l’ammissione alla mera prova selettiva a quiz è stata vincolata non soltanto al miglior voto di laurea, ma anche all’età anagrafica. Eppure, le lauree richieste sono alquanto eterogenee tra loro. Va da sé che ci sono province in cui si è ammessi con un voto di laurea pari a 100 ed altre in cui non è sufficiente un 105. Riguardo all’eta? Qualcuno ci ha scritto “Ho 40 anni e sono rimasto fuori, pur avendo tutti i titoli oltre che una famiglia da mantenere”.
Non pochi hanno presentato via e-mail le proprie rimostranze ad Anpal, vedendosi rispondere con il riferimento all’articolo del bando in cui si parlava dei requisiti di ammissione. Un taglio drastico fatto a monte che non è piaciuto e per cui ci hanno contattato molti utenti.
Alcuni studi legali si stanno già preparando per i ricorsi
“Il voto di laurea – si legge sul sito di un noto studio d’avvocati – è stato usato per impedire a 20 mila persone di partecipare al pubblico concorso per provare ad ottenere l’assegno da trenta mila euro all’anno lordi per due anni, cui aspirano 80mila candidati muniti di laurea in diverse specialità (unico titolo richiesto dal bando) ad avanzare domanda di partecipazione al concorso organizzato e gestito dall’Anpal”.
Una perdita di chance che non va giù, soprattutto in periodi di crisi occupazionale. Le prove preselettive si svolgeranno a Roma i prossimi 18, 19 e 20 giugno per chi ha potuto vedere il proprio nome tra gli elenchi.