L’inverno non vuole andare via e a farne le spese sono gli agricoltori, a rischio la fioritura delle piante


Condividi su

Che sarebbe stato un inverno rigido lo si era messo in conto sin dal mese di novembre, quando le temperature sono scese in maniera brusca, ma che a 15 giorni dall’arrivo di maggio si dovessero fare ancora in conti con il freddo, francamente, in pochi, pochissimi lo avrebbero immaginato.

Siamo in piena stagione primaverile e il Salento è costretto a confrontarsi con le basse temperature. L’inverno, infatti, non vuole saperne di andare via, l’abbigliamento per così dire “leggero” è rimasto negli armadi e a dettare legge sono ancora piumini imbottiti, maglioni e cappelli di lana.

Siamo concordi, ci si copre un po’ di più e ci si scalda, va benissimo, ma queste temperature, in questo periodo dell’anno, sono una vera e propria sciagura per un settore in particolare: quello agricolo.

Sabato, poi, è sembrato essere tornati ai primi giorni di gennaio. In Salento, infatti, si è abbattuta una copiosa grandinata che ha “imbiancato” Lecce e provincia. Una spessa coltre bianca, come neve, si è posata nei campi e sulle strade rurali, complicando l’accesso ai poderi e alle aziende. Il brusco calo delle temperature, poi, ha messo a repentaglio la fase di fioritura degli alberi da frutto.

“Fenomeni di portata eccezionale hanno colpito il nostro territorio – afferma il presidente CIA Salento Benedetto Accogli – solo nei prossimi giorni potremo valutare eventuali danni, ma per certo sono notevoli i disagi subiti dai nostri agricoltori”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente CIA Due Mari Pietro De Padova: “Sono a rischio soprattutto i fruttiferi, questo brusco calo delle temperature non è certamente positivo. A preoccupare è anche la tenuta dei teli posti a protezione dei vigneti, considerata l’intensità delle precipitazioni. La grandinata potrebbe aver provocato danni alle strutture”.

Nello specifico, a farne le spese sono stati anche i germogli delle uve precoci, non protetti da teli o reti. Solo nelle prossime settimane si potranno stimare gli eventuali danni, considerato che le conseguenze delle gelate tardive non si riscontrano sui fiori e sulle gemme.