Renata Fonte, l’ex marito contro la fiction “Distorta la verità, è ora di lasciarla in pace”


Condividi su

Non è piaciuta a tutti la fiction andata in onda su Canale5 che ha provato a raccontare la storia di Renata Fonte, l’eroina ambientalista che ha pagato con la vita la sua battaglia contro la speculazione edilizia a Porto Selvaggio. La donna, eletta Assessore alla cultura e alla pubblica istruzione nel 1982, è stata assassinata nella notte del 31 marzo 1984, con alcuni colpi di pistola mentre stava tornando a casa. Aveva appena 33 anni.

La puntata dedicata alla salentina, interpretata dalla bravissima Cristina Capotondi, era l’ultima del ciclo «Liberi sognatori – Le idee non si spezzano mai» che ha ricordato l’impegno civile di quattro persone “comuni” che, semplicemente compiendo il loro dovere di cittadini, di uomini dello stato o di giornalisti, sono diventate il simbolo di un’Italia che resiste e che non si arrende alla sopraffazione e alla corruzione. Figure a cui si è tentato di restituire voce e dignità, dopo anni di ingiusto isolamento istituzionale e oblio mediatico.

Questo era l’intento del film, ambientato a Nardò, che ha messo in luce la determinazione di una politica incorruttibile partendo da quando Renata ha iniziato a muovere i suoi primi passi in politica, tra le fila del Partito Repubblicano Italiano, ma anche la forza di una moglie e di una madre che ha amato la famiglia e la sua terra che ha difeso pagando un prezzo altissimo. La fiction si è conclusa con la chiusura delle indagini che hanno portato all’individuazione dei suoi assassini e dei mandanti dell’omicidio.

Secondo Attilio Matrangola, ex marito di Renata Fonte, la puntata che ha fatto conoscere la storia della sua compagnaconteneva “notevoli distorsioni della verità storica” come si legge in un lungo post su Facebook.

«Premesso che io non sono stato neppure interpellato dalla casa cinematografica, ma tutto è stato concordato con le mie figlie che pur di riproporre continuamente e instancabilmente al pubblico, in ogni forma possibile (film, documentari, rappresentazioni teatrali, libri ecc.) la figura della loro mamma – ha scritto – hanno prestano poca attenzione alla qualità del prodotto finale che comprende (ahimè) notevoli distorsioni della verità storica!».

«Fermo restando il rispetto che ho sempre nutrito verso le idee di principio espresse da Renata ed ammirato la tenacia con cui ha sempre affermato i suoi scopi sociali, ritengo che dopo tanti anni – sottolinea l’ex marito – sarebbe bene lasciarla in pace e, possibilmente, evitare le conseguenti infinite polemiche che ogni volta, oltre a colpire le dirette interessate, mi coinvolgono incolpevolmente e mio malgrado!».