Nonostante la “disavventura” vissuta a Jesolo, gli studenti del Liceo ‘Capece’ di Maglie hanno raggiunto Praga, convinti di voler vivere a tutti i costi l’esperienza del viaggio di istruzione che – insieme agli esami di maturità – rappresenta uno dei ricordi più belli, quelli che sopravvivono nel tempo.
E poco importa se, nella città veneta, circa una decina di alunni delle classi quinte sono finiti in ospedale a causa dei malori dovuti ad una possibile intossicazione alimentare. I sintomi erano apparsi dopo la cena consumata in un albergo a 4 stelle dove la scolaresca pernottava. ‘The show must go on’… la gita verso la capitale della Repubblica Ceca doveva continuare. E così è stato.
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene? Quasi… perché analisi alla mano non è più chiaro che cosa abbia provocato i malori. Come fa sapere Massimiliano Schiavon, presidente dell'Aja (Associazione jesolana albergatori), il Servizio igiene alimenti e nutrizione dell’Ulss 10 Veneto Orientale ha scaglionato la struttura che ha ospitato i salentini e su cui era stato puntato il dito fin dal primo momento.
Testualmente si legge: «i campioni di ragù di carne, di salame “Milano” e di creme caramel prelevati dall’Hotel Colombo di Jesolo sono risultati regolari all’analisi microbiologica e alla ricerca di enterotossine. A svolgere la verifica è stata l’Arpav di Venezia».
Ora che è stata fatta chiarezza, il presidente dell'Aja coglie l’occasione per mettere i puntini sulle “i” ricordando come situazioni simili possano avere ripercussioni serie sull’immagine di una terra già in passato finita al centro della cronaca: «Come già capitato, anche in questo caso rilevo come il nome di Jesolo sia stato indebitamente associato a un grave problema di sicurezza alimentare. I processi mediatici che subiamo ancor prima di avere i risultati delle analisi sono inaccettabili. Jesolo – aggiunge Schiavon – è una località sicura e le analisi dell’Asl lo dimostrano. Non è la prima volta che ci troviamo in una situazione spiacevole solo perché l'abitudine di sbattere il mostro in prima pagina prevale sulla buona pratica di aspettare le verifiche necessarie a formulare un giudizio».
«Chi tutela la nostra immagine? – si domanda Schiavon – e come una località come Jesolo, e in particolare la categoria degli albergatori, che ospita milioni di turisti ogni anno, verranno risarciti di questa pubblicità negativa e infamante?».