Le porte del carcere si aprono…per il 199esimo anno dalla fondazione della Polizia Penitenziaria


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Una cerimonia sobria, come tutte che le Forze dell’ordine hanno celebrato nelle varie province italiane, quella tenutasi oggi all’interno della casa circondariale di Borgo San Nicola di Lecce.

Sono 199 gli anni trascorsi dalla fondazione del Corpo della Polizia penitenziaria, che ufficialmente si celebrano il giorno 7 di giugno di ogni anno.

A sfilare in alta uniforme tutti i reparti del Corpo, con i gonfaloni rappresentativi. È stato reso omaggio ai caduti nell’assolvimento del proprio dovere. Dovere che richiede sacrifici quotidiani, soprattutto in tempi come quelli in cui stiamo vivendo, tra risorse che scarseggiano e rendono difficile la gestione amministrativa.

Del resto, proprio in occasione dei festeggiamenti, alle porte del carcere erano assiepati in un sit in di protesta i rappresentanti sindacali dell’OSAPP, fermi a far sentire la propria voce per chiedere più “dignità” per chi svolge un ruolo difficile nell’assicurare legalità e giustizia.

Nei giorni scorsi a Roma si sono tenuti i festeggiamenti alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nel suo messaggio augurale risuonato anche in mattinata a Borgo San Nicola, ha ribadito “l’esigenza di un profondo rinnovamento del modello di detenzione trova fondamento anche nel nuovo senso delle pene che si va radicando nella cultura sociale e politica, emerso dai lavori degli Stati generali dell’esecuzione penale. Occorre proseguire sulla strada di un modello organizzativo e di gestione che, nel garantire la sicurezza delle comunità e il libero svolgimento delle relazioni sociali, sappia unire l’opportunità dell’istruzione, del lavoro, l’apertura alla società esterna, per offrire ai detenuti la scelta del recupero e dell’integrazione”.

E allora, se da un lato si pensa al detenuto come essere umano con i suoi diritti, dall’altro occorre pensare al Corpo di Polizia Penitenziaria che svolge quotidianamente attività di grande importanza per garantire la legalità e la sicurezza civica, nello svolgimento di attività di piantonamento e vigilanza all’interno e all’esterno delle carceri.

Le situazioni di disagio le conosciamo bene, ne abbiamo abbondantemente parlato. E allora, che festa sia, ma nel segno di una speranza di cambiamento in termini di risorse e di uomini.