«Un personaggio che i leccesi non dimenticheranno», Edoardo Micati ricorda Francesco ‘Millelire’


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L’ultima volta che ho incontrato Francesco Santoro è stato in una domenica d’agosto dello scorso anno.  Franca era a Messa e come sempre in quell’ora passeggio per Lecce. E l’ho visto, era davanti alla Porta di San Biagio, Francesco Santoro, alias Francesco Millelire.

Lo conoscevo da quando era un ragazzo, essendo stata sua sorella Nuccia per diversi anni la responsabile della sartoria del nostro negozio di abbigliamento.  Spesso, nelle buie sere invernali, veniva all’ora di chiusura per accompagnarla a casa. Fisicamente è stato sempre magro, l’unica differenza da grande era nella folta barba bianca e nei capelli lunghi che incastonavano la sua bella faccia, il naso ritto, gli occhi vispi ed indagatori.

Come amava dire lui è stato il Re delle discoteche, ha vestito pure i panni di Superman con  la barba e lunghi capelli bianchi. Amava stare in Piazza Santo Oronzo assieme al gruppo dei suoi amici, sempre a disposizione dei vari turisti che chiedevano di fotografarsi con lui.

Ci siamo salutati, stava aspettando un amico che doveva passare a prenderlo con la sua auto per andare a trovare dei bambini disagiati, per rallegrarli, farli sorridere. Era elegantissimo, indossava un abito di fresco di lana, grigio ferro, cravatta azzurra, e la barba e capelli e argentati risaltavano ancor di più. Abbiamo ovviamente parlato dei tempi passati e mi ha promesso che sarebbe venuto per la prima presentazione di un mio prossimo libro. Poi è arrivato il suo amico e ci siamo salutati.

Peccato, era una persona perbene, un vero signore, sempre pacato, gioviale, forbito nel parlare, colto.

Da oggi Francesco Millelire è entrato nella schiera dei personaggi cari a noi leccesi, quelli che a distanza di anni, secoli, mai dimenticheremo. Ecco perché ti dico ciao e non addio!