“Io umiliato all’ufficio postale”, nonno Leonardo racconta a Leccenews24 la sua odissea


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Nonno Leonardo proprio non riesce a digerire quello che gli è successo stamattina all’Ufficio Postale di Viale Leopardi, a Lecce. Non ha pranzato per il nervosismo che lo ha attanagliato e gli ha morso lo stomaco; ci teneva a riscuotere la pensione per aiutare i nipoti come fa sempre il primo di ogni mese. Ma oggi non ha potuto perché, per un’ingiustizia oppure per una troppo ferrea interpretazione dei regolamenti, non è riuscito a raggiungere lo sportello e l’impiegato addetto al pagamento.

Lunedì sicuramente ne sapremo di più perché, per noi di Leccenews24, la vicenda non finisce qui e chiederemo delle spiegazioni, ma le lacrime al telefono di nonno Leonardo meritano di avere una risposta. Il nonnino, acciaccato dagli anni che avanzano – le primavere sono 84 – e da qualche maledetto problema di salute che non solo non si ferma ma continua a galoppare con la velocità di un animale cattivo, si era recato con il suo accompagnatore all’ufficio postale di viale Leopardi, nel capoluogo leccese, per riscuotere la sua pensione. È entrato nell’edificio ed ha ritirato il ticket alle ore 12:28.

Sapendo che lo sportello chiudeva più tardi ed avendo qualche problema di claustrofobia (ormai non riesce più a stare in luoghi chiusi dove ci sono molte persone) ha preferito uscire ed aspettare il suo turno guardando ciò che accadeva all’interno dell’Ufficio dalle ampie vetrate che si affacciano sul marciapiede. Aspettava l’approssimarsi del suo numero per entrare all’interno e ritirare finalmente gli agognati soldini.

Grande è stato lo sconcerto quando, volendo entrare all’interno dell’edificio, alle ore 12:42, ha trovato le porte chiuse. Sbracciando, ha richiamato l’attenzione degli utenti che erano ancora all’interno che subito hanno chiamato l’impiegato per chiedere di aprire le porte, visto che nonno Leonardo aveva ritirato il suo biglietto alle ore 12:28 e non era giunto in quel momento.

Inflessibile, l’impiegato ha spiegato all’anziano che le porte non si sarebbero più potute aprire per far entrare chicchessia anche se dotato di ticket precedentemente ritirato. Ma nonno Leonardo, di non poter fare un regalino ai suoi nipoti proprio non ne voleva sapere e con fermezza ha più volte battuto le mani sui vetri esterni. Un misto di sorpresa e amarezza lo ha colto quando si è ritrovato accanto, nel mentre chiedeva a voce alta spiegazioni, una pattuglia della volante, probabilmente chiamata da qualcuno all’interno.

“C’era bisogno di chiamare la Polizia? – ci dice in lacrime nonno Leonardo al telefono – contro un vecchietto come me che stava chiedendo soltanto di poter entrare visto che aveva il biglietto. Nemmeno fossi stato un delinquente…Pretendo le scuse di Poste Italiane per questa umiliazione a cui mi hanno sottoposto davanti a tutti, quasi che stessi chiedendo un favore nel riscuotere la mia pensione”.

Siamo certi che la Direttrice dell’Ufficio postale avrà avuto le sue motivazioni e con lei i suoi collaboratori. Troviamo grave, però, che non sia stato fatto entrare all’interno dell’edificio un uomo di 84 anni che aveva ritirato il suo ticket alle 12:28 e si era messo ad aspettare all’esterno il suo turno. Anche noi, come nonno Leonardo, aspettiamo la versione di Poste Italiane, pur trovando ugualmente grave ciò che è accaduto.

“È una vergogna ciò che è accaduto – scrivono in una nota congiunta Cristiano Benvenuto, Tommaso Prima e Raffaele Longo, componenti del direttivo di Idm, una federazione di associazioni di volontariato. I tre sono giunti sul posto chiamati da conoscenti di nonno Leonardo e hanno provato a tranquillizzarlo. “Chiediamo che vengano immediatamente presi dei provvedimenti esemplari nei confronti di chi ha sbagliato”, dicono all’unisono.