Prezzi alti nel Salento, è polemica social tra chi accusa i turisti di essere ‘tirchi’ e chi chiama ‘ladri’ i commercianti


Condividi su

Dopo la frisa ‘di oro’ e i calzoni ‘salati’, la collezione dei prezzi pazzi nel Salento si arricchisce di un pezzo forte, quello dell’hamburger ‘fore te capu’ venduto in Piazza Libertini a Lecce a 9,00 euro (18mila lire del vecchio conio, ogni tanto serve rinfrescare la memoria sul maledetto cambio).

Sui social monta la protesta dei cittadini stanchi di quelli che vengono definiti autentici furti, furbate commerciali che hanno il fine di fare cassa e rendere dorate le vacanze o il tenore di vita di pseudo-imprenditori che non ricordano cosa era il turismo prima che il Salento entrasse in un circuito privilegiato la cui durata non è detto che sia eterna visto che dipende dalla scelta annuale di chi organizza le vacanze.

A dire il vero, però, ad aumentare sono anche i commenti di segno opposto, quelli che tacciano di spilorceria le persone che si lamentano e postano le foto dei salassi con tanto di scontrini sulla bacheca di facebook di Leccenews24.

Prezzi alti nel Salento? La protesta social

«Tirchi, portatevi i panini da casa e il termos con il caffè se non volete cacciare i soldi», «Statevene a casa», «Se il prezzo è visibile ed esposto nessuno ti obbliga a comprare», «Chissà quanto paga d’affitto quel povero gestore, basta con queste lamentele», «Solo in Salento si lamentano; andate a Milano, Venezia, Firenze, Torino, Bologna per non parlare dell’estero».

A chi dice «Chi è più fesso, la volpe o chi la segue»’ risponde una signora: «Giusto, non sta scritto da nessuna parte che bisogna comprare. E tu, adulto, puoi anche evitarlo e farti passare il desiderio. Ma se sei in vacanza e giri con tuo figlio che ha fame e vuole mangiare una cosa è triste dovergli dire ‘facciamo un panino in salumeria’ perché ci sono i furbi che distruggono il mercato».

«Io i calzoni li vendo a 1,20 nel mio forno – dice un altro follower di Leccenews24 – mi sa che devo cominciare ad organizzarmi anch’io…»

E poi una valanga di accuse a chi scrive gli articoli raccontando la realtà dei fatti: «State denigrando il Salento, se ci dovesse essere un calo del turismo la colpa sarebbe esclusivamente vostra che fate cattiva pubblicità al territorio».

I prezzi o gli articoli sui prezzi rovinano l’immagine del Salento?

Va detto che ogni storia è una storia a sé. Un conto è andare in un lido vip e lamentarsi dei prezzi perché quando entri in quel lido sai già cosa ti spetta in sorte e puoi scegliere di non andarci…

Ben diverso è vedere i prezzi decuplicati anche nei chioschetti lungo le strade delle feste. Un hamburger a 9,00 euro si commenta da solo…

Sono questi comportamenti che rovinano l’immagine del territorio non gli articoli o i post di denuncia. La verità non deve essere mai nascosta!

Anche perché, parliamoci chiaro, il Salento è diventato meta turistica di massa da un paio di decenni grazie a un’azione di marketing territoriale che ha visto le istituzioni pubbliche in prima linea. Quando si parla di istituzioni si fa riferimento ad investimenti pubblicitari fatti con i soldi pubblici, cioè di tutti.

Non è giusto che per l’ingordigia di pochi si arrivi a distruggere l’immagine del territorio, perché sono in tanti a dire che ormai con i soldi che si spendono in Salento per villeggiare si fa vacanza per il doppio del tempo in territori altrettanto belli, con un mare altrettanto interessante, semplicemente al di là dell’Adriatico.

‘Nessuna ricaduta sociale dai profitti del turismo’ si lamentano molti salentini

Anche qui, però, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Molti imprenditori con la ‘I’ maiuscola hanno dato il loro prezioso contributo alla crescita d’immagine del Salento, ma va detto che altrettanti non hanno re-investito nulla sul territorio dei loro lauti guadagni. Né verso le persone che continuano ad essere malpagate né verso i servizi che, in tanti casi, non sono d’eccellenza malgrado i prezzi, come ci ha ricordato una nota tour operator .

Ciò, nel tempo, ha reso invisi i turisti. Non perché i turisti siano antipatici ma perché sono lo strumento attraverso il quale pochi si arricchiscono ai danni di molti, senza nessuna ricaduta sociale sulle collettività.

‘Se non trovo posto per fare nemmeno il bagno e se mio figlio come cameriere stagionale ha una paga da fame, cosa me ne importa delle classifiche e del successo del territorio? dicono in tanti.

Il governo di una cosa seria come è il comparto trainante dell’economia necessiterebbe di persone ‘al comando’ preparate e competenti. E purtroppo in giro non ce ne sono molte, a tutti i livelli.