Abbandonato da anni, consegnato nelle mani dell’incuria, lasciato in balìa di spacciatori, tossici e prostitute: era questo il destino a cui era stato condannato l’ex asilo “Angeli di Beslan”, almeno fino a quando, la notte tra l’11 e il 12 Marzo, alcuni cittadini hanno deciso di occupare l’immobile di via Casavola.
Non è stato soltanto un gesto “simbolico” per denunciare lo stato di degrado dell’immobile, ma qualcosa in più per il centro sociale «Terra Rossa», le associazioni, i movimenti, gli abitanti del quartiere e le 24 famiglie del condominio limitrofo stanche dello scempio che hanno organizzato, in pochissimi giorni, oltre 60 iniziative: dalle lezioni dell’Università Popolare con il contributo di importanti docenti alla Ludoteca popolare, dalla biblioteca sociale con servizio di doposcuola, ai corsi di musica, dal coro all’ambulatorio di strada, e poi decine e decine di eventi tutte a titolo gratuito (sul caporalato, sulle grandi opere, sulla condizioni delle carceri, e su grandi questioni di rilevanza sociale, politica ed economica) con la partecipazione di centinaia di cittadini.
Ma la legge è la legge, e si sa non ammette ignoranza. Questa mattina, il Centro Sociale Terra Rossa è stato sgomberato. Il sequestro preventivo è stato disposto dal gip Alcide Maritati su richiesta del procuratore aggiunto Antonio De Donno, al termine di un'indagine condotta dai poliziotti della Digos e nata dalla denuncia del Comune di Lecce, proprietario dell'immobile. L’ex asilo, dunque, torna nelle mani dell’amministrazione.
Il Terra Rossa però non si arrende e promette di andare avanti a prescindere dall’ex asilo «abbiamo ricevuto il sostegno pubblico di personalità, amministratori, sindaci di diversi comuni del Salento – si legge in un comunicato stampa ufficiale – e malgrado tutto il Sindaco di Lecce procede con l’ordinanza di sgombero senza offrire alcuna alternativa d’uso per quello spazio. Prima il Terra Rossa era a via Franco Casavola … Ora è ovunque ».
La politica, secondo Lecce Bene Comune, sa essere miope. E lo sgombero del "Terra rossa" lo conferma. «Dei tanti modi per affrontare la domanda di socialità, il Comune di Lecce ha saputo scegliere il peggiore, soffocandola» si legge nella nota di LBC in cui non solo si esprime una valutazione negativa delle politiche di gestione dello spazio pubblico, in generale, e della scelta dello sgombero in particolare, ma accende i riflettori sul fatto che in città manca un'occasione politica di confronto e riconoscimento di un'esperienza, quella del "Terra rossa", cui va invece tutto il nostro apprezzamento per quanto ha saputo offrire alla città in meno di due mesi di attività sociale.
L’associazione politico-culturale ‘Altra Puglia’ secondo cui lo sgombero del Terra Rossa «è un atto politicamente infame» si mette completamente a disposizione dei ragazzi e delle ragazze del Terra Rossa per qualunque percorso decidano di intraprendere affinché lo spazio di socializzazione e riflessione che si era creato tra le mura dell’ex asilo continui a vivere. “Il Comune di Lecce ci vuole divisi e indifferenti. Ci avrà uniti e appassionati”, promette.