Di fronte a gesti così eclatanti, ma al contempo intimi, aggiungere qualsiasi commento sarebbe superfluo, se non proprio fuoriposto. In certi casi, considerazioni personali non servono. Ci vuole rispetto. Per i famigliari, per gli amici, per chi voleva loro bene. Serve però affrontare il discorso al fine di comprendere cosa possa spingere, oggigiorno, un giovane – o nel peggiore dei casi giovanissimo – a scegliere di togliersi la vita. Nel Salento, ad esempio, i casi di una 21enne e di una 18enne, nelle scorse ore, hanno destato in tutti i cittadini immensa tristezza. Tante potrebbero risultare le variabili, prima tra tutte, forse, un incredibile senso di solitudine. Non spetta a noi però, gente della pubblica opinione, trovare le risposte. Qualcuno l’ha fatto, ma cercando – attraverso l’arte – di accendere quasi un faro, una luce nel buio fitto dell’incredulità che impietrisce chi legge notizie del genere. Cercando di aprire le coscienze comuni. Valerio Mattioli, stimato video maker salentino – con anche esperienza di cameraman nelle redazioni televisive di TeleRama e Studio100 – si è reso protagonista filmando un cortometraggio di 8 minuti intitolato “Je n’en peux plus”, (non ne posso più).
La redazione di Leccenews24.it, anche alla luce degli ultimi episodi di cronaca nera, ha voluto chiedergli un parere partendo proprio dalla sua opera cinematografica che analizza il tema dei suicidi giovanili. «Un argomento molto delicato – ci rivela Valerio – ma la mia scuola di pensiero è questa: in pochi minuti affronto con estrema delicatezza il disagio di questi ragazzi. Come mai la scelta è ricaduta su un tema così serio? Semplice, tempo fa leggevo un dato statistico inquietante. Il suicidio tra i giovani rappresenta la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Credo sia giusto sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso qualsiasi forma di comunicazione, mantenendo sempre il massimo rispetto per coloro che hanno deciso di perdere la vita, nonché verso chi non smetterà mai di soffrire».
«Il protagonista – prosegue Mattioli – rispecchia le problematiche che oggi affrontano gli adolescenti. Omofobia, bullismo, razzismo. Solo alcuni dei motivi scatenanti. Spesso, però, i problemi nascono anche da incomprensioni in famiglia.
«Credo che dovremmo prestare maggiore attenzione nei loro riguardi – conclude – provando a scoprire in punta di piedi cosa si nasconda dietro una trasgressione o una debolezza».