Il Riesame accoglie pienamente le "ragioni" espresse dal Gip nell'ordinanza, in relazione alla posizione di Serena Politi, segretaria di Maria Antonietta Gualtieri, Presidente dell'Associazione Antiracket Salento. Anzitutto sulla sussistenza delle esigenze cautelari "sia sul piano dell'inquinamento probatorio che sul pericolo di commissione di reati della stessa specie." Motivo per cui, nell'udienza del maggio scorso, il Tribunale del Riesame (Presidente Maria Pia Verderosa, a latere Antonio Gatto e Anna Paola Capano) ha rigettato il ricorso della difesa avverso l'ordinanza del Gip, sulla misura cautelare dei domiciliari nei confronti di Serena Politi, 39enne di Carmiano, coinvolta nell'inchiesta sul presunto maxi raggiro per ottenere contributi ed agevolazioni, attraverso i fondi pubblici destinati all'associazione antiracket Salento.
Il giudice estensore Verderosa, nelle motivazioni dell'ordinanza del Riesame, traccia il profilo della Polit richiamando proprio le parole del giudice Giovanni Gallo e definendola "Pronta a prestarsi a qualunque attività delittuosa a fronte delle prospettive di profitto costantemente offertale dalla Gualtieri di cui lei stessa si definisce il braccio destro".
Il relatore sottolinea poi che le condotte della Politi e della Gualtieri "erano finalizzate a manipolare le dichiarazioni che i collaboratori dell'associazione dovevano rendere alla polizia giudiziaria". Continua il giudice, "la Politi non si è posta alcuno scrupolo nel falsificare i report allo scopo di trarre in inganno il Ministero. Inoltre, la segretaria avrebbe successivamente affermato di non andare più d'accordo con il Presidente, allo scopo di carpire informazioni utili ai collaboratori. La stessa Gualtieri, sostiene il giudice, in uno stralcio della conversazione intercettata con il consulente del lavoro Francesco Lala dichiara "io mi sento regolarmente con la Serena, non ci sono problemi". Addirittura, la Politi viene tacciata da una collaboratrice dell'Associazione di "fare il doppio gioco", In sede di riunione alla presenza della Gualtieri, "ha cambiato atteggiamento schierandosi apertamente con la stessa e contro di noi." Inoltre, come emergerebbe da un'informativa della P.g. , avrebbe cercato di contattare alcuni collaboratori, per sostenere la tesi che sua madre, Maria Teresa Perrone avesse realmente e non fittiziamente eseguito le pulizie presso le sedi dell'associazione di Brindisi e Taranto.
Intanto, l'avvocato Giuseppe Milli, difensore della Politi assieme al legale Cesare Del Cuore, ha già annunciato di avere depositato ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame di confermare la misura degli arresti domiciliari. Ricordiamo che la difesa della Politi ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza per l'insussistenza delle esigenze cautelari, sottolineando che la 39enne di Carmiano è fuori dall'associazione da circa un anno e non ci sarebbe il rischio di una reiterazione del reato. Infatti, la Politi al termine del rapporto di lavoro con l'Associazione e non prorogato, si trasferì a Bologna dal fidanzato e tornò a Lecce nel 2017 per svolgere mansioni di commessa in un negozio. Soprattutto, come emergerebbe da alcune telefonate, avrebbe definitivo tagliato i ponti con la Gualtieri. Il legale Giuseppe Milli ha poi indicato altre tre conversazioni telefoniche trascritte dalla difesa (due con un'amica ed un'altra con uno zio) in cui emergerebbe il deterioramento dei rapporti tra la Politi e la Gualtieri
Occorre poi ricordare che lo stesso Tribunale del Riesame ha rigettato l'Appello dei pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci, che chiedevano per la Politi la "sostituzione" della misura dei domiciliari con quella del carcere.