​’Mi serve qualcosa per i familiari dei carcerati’, la tentata estorsione a due imprenditori


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Si presentarono presso il cantiere di lavori stradali di Cutrofiano per chiedere denaro finalizzato al sostentamento di alcuni elementi del clan detenuti in carcere. È quanto emerge nelle oltre 700 pagine di ordinanza del gip Edoardo D'Ambrosio relativa all'inchiesta "Contatto" che ha permesso di smantellare il clan Coluccia.
 
In base alla ricostruzione degli inquirenti, i due indagati Pierluigi Carechino e Danilo Piscopo si sarebbero presentati, in una prima occasione nel marzo di tre anni fa, sul cantiere presso il quale erano in corso i lavori di sistemazione del manto stradale. Alla presenza dei due titolari della ditta, uno di loro avrebbe proferito la frase "Mi serve qualcosa per i familiari dei carcerati".
 
L'interlocutore avrebbe "preso tempo", ma pochi giorni dopo Carechino e Piscopo sarebbero tornati sul posto affermando "Guarda che questo è un lavoro grosso …mi serve qualcosa per i familiari dei carcerati". In effetti, l'importo dell'appalto era di circa 45 mila euro, ma il titolare della ditta avrebbe risposto che ancora il Comune non aveva pagato. A quel punto, uno degli indagati avrebbe detto "Che dobbiamo fare" e l'altro avrebbe risposto “andiamocene”.
 
I due, fornendo false generalità, non si sarebbero persi d'animo e sarebbero andati direttamente presso l'Ufficio Tecnico, chiedendo, dopo aver fornito false generalità, informazioni circa l'avvenuto pagamento dell'appalto in questione, con la scusa che uno dei due aveva bisogno di lavorare. A quel punto, considerando l'originalità della richiesta, vennero contattati i carabinieri di Cutrofiano.
 
Sulla base dell'esito di individuazioni fotografiche, i due misteriosi personaggi vennero identificati, appunto, in Pierluigi Carechino e Danilo Piscopo che ora rispondono del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il gip D'Ambrosio ha ritenuto di dovere applicare per Piscopo la misura cautelare del carcere (risponde nell'inchiesta "Contatto" anche del reato di associazione mafiosa). Invece, Carechino è stato ristretto agli arresti domiciliari.