Non avrebbe ricevuto la dovuta assistenza all'interno di una casa di riposo nei pressi di Gallipoli e in seguito al suo decesso, la Procura vuole fare chiarezza su questo presunto caso di"malasanità". Intanto, martedì prossimo, il pubblico ministero Maria Vallefuoco conferirà l'incarico al medico legale Ermenegildo Colosimo per l'autopsia sul corpo di Antonio Faenza, un 71enne di Gallipoli morto il 30 giugno scorso presso l’ospedale “Sacro Cuore di Gesù”.
L'esame autoptico potrebbe essere eseguito il giorno stesso. I familiari del paziente deceduto sono difesi dall'avvocato Speranza Faenza ( la figlia della vittima) e hanno nominato come consulente il dr. Vincenzo Garzia. Naturalmente il pm, come atto dovuto in vista dell'autopsia, ha iscritto nel registro degli indagati dieci persone, tra cui 2 medici ed 8 infermieri della Casa di Cura con l'accusa di omicidio colposo. Questi potranno adesso nominare un proprio difensore di fiducia, in vista dell'autopsia.
L'inchiesta ha preso il via dalla denuncia della figlia di Antonio Faenza, che è anche l'avvocato difensore della famiglia composta da tre altri fratelli. L'uomo era diabetico ed affetto una forma di demenza senile, ma non soffriva di gravissimi problemi di salute. Per questo motivo, venne prima ricoverato presso il reparto di neurologia del Fazzi di Lecce e poi presso un centro specializzato nei pressi della "Città Bella", a partire dal 26 giugno. Stando a quanto raccontato ai carabinieri della stazione gallipolina dai suoi famigliari, le condizioni del 71enne sarebbero ben presto precipitate per la mancanza di cure adeguate da parte del personale di quella clinica.
Secondo i denuncianti, che, tra le altre cose, hanno avuto pochissime occasioni di vedere il proprio caro, durante quelle tre settimane di ricovero presso la casa di cura, Antonio Faenza avrebbe perso molti chili e presentava delle piaghe sul corpo. Oltre a ciò si trovava seduto su una sedia a rotelle e non deambulava, nonostante solitamente avesse bisogno di muoversi per 15-16 ore al giorno, a causa della malattia di cui soffriva. La spiegazione fornita dai medici, era che il paziente si muoveva e camminava durante la notte, mentre di giorno dopo l'iperattività notturna, si riposava.
Il 26 giugno scorso, allertati dalla telefonata di un infermiere sulle condizioni del proprio famigliare, i parenti si recano, presso la Casa di Cura e trovano Faenza, disteso sul lettino, già in stato di coma. L'uomo viene trasportato d'urgenza presso l’ospedale “Sacro Cuore di Gesù”, in condizioni assai gravi. Il medico che lo visita s rende conto di come il paziente risulti estremamente dimagrito, disidratato e oramai privo di conoscenza. Dopo tre giorni di agonia, sopraggiunge il decesso nel reparto di Medicina dell'Ospedale.