Per Valentina Piccinonno, nome balzato spesso agli onori della cronaca locale, si sono aperte le porte del Carcere di Lecce. Di nuovo. La 34enne, ristretta ai domiciliari nella sua abitazione di Monteroni, è stata trovata mentre passeggiava tranquillamente nella zona 167 del capoluogo salentino. Impossibile per i poliziotti, impegnati a controllare la periferia della città, non notare quel volto ‘conosciuto’ e così ai guai passati ieri pomeriggio si è aggiunta anche l’accusa di evasione.
Il passato turbolento della donna, come detto, è noto. Aveva conquistato le luci della ribalta prima per il rapimento di una bambina bulgara di appena sei anni, portata via con l’aiuto di un complice dal parco giochi della cittadina universitaria, davanti agli occhi confusi e spaventati della sorellina più grande con cui stava giocando. Durante l’interrogatorio, aveva provato a spiegare i motivi del suo gesto raccontando al Gip di aver deciso di prendersi cura della piccola dopo averla notata trasandata e in uno stato di abbandono. La vicenda, comunque, era costata alla Piccinonno una condanna a venti mesi.
Doveva trovarsi ai domiciliari anche quando fu accusata dell’omicidio di Salvatore Maggi, il 74enne che gestiva una sala giochi, trovato privo di vita in una stradina delle campagne di Monteroni, in contrada Licatellifra. Fu pizzicata dagli uomini in divisa a bordo della Fiat Panda dell’anziano. Accanto una busta contenente gli indumenti sporchi di sangue, il portafoglio e alcuni effetti personali della vittima, tra cui un blocchetto di assegni. Dopo un lunghissimo interrogatorio, la donna aveva ammesso di averlo ripetutamente colpito. "Per evitare che mi violentasse", aveva detto.
Come se non bastasse, fu arrestata dai carabinieri per una violenta aggressione nei confronti della madre. Calci, pugni, schiaffi e persino minacce di morte fino a quando la lite non è degenerata e la 34enne avrebbe afferrato la mamma per i capelli trascinandola lungo il corridoio, per poi giungere nella propria stanza da letto dove, con un posacenere in ceramica, avrebbe iniziato a colpirla violentemente sul volto. Anche in quel caso si era difesa davanti al giudice.
Ieri pomeriggio, terminate le formalità di rito e informato il pm di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, la 34enne è stata accompagnata a Borgo San Nicola.