Rapita bimba di sei anni, in manette coppia di Monteroni

I due rapitori, arrestati con l’accusa di sequestro di persona in concorso, entrambi di Monteroni, sono stati individuati grazie alla testimonianza di un cittadino. Solo un po’ di paura per la piccola.

Una bambina di sei anni di nazionalità bulgara, è stata rapita mentre giocava spensierata con la sua sorellina più grande. Inizia con questa sconcertante notizia, la giornata di oggi. Una vicenda terribile che ha lasciato per ore con il fiato sospeso la tutta comunità di Monteroni dove la famiglia della piccola, papà giardiniere e mamma badante, vive da oltre 10 anni. La storia, fortunatamente, si è conclusa con un lieto fine grazie alle indagini-lampo condotte dai Carabinieri di Lecce che hanno permesso di rintracciare e identificare in men che non si dica i presunti responsabili. Si tratta di Valentina Piccinonno 31enne e Giovanni Giancane  45 enne, entrambi volti già noti alle forze dell’ordine.

Un'operazione, quella dei militari, illustrata nei dettagli questa mattina durante una conferenza stampa tenutasi al Comando Provinciale dell'Arma.

L'incubo è iniziato ieri, quando da poco erano passate le 19.00, in un parco giochi dell'area mercatale. La piccola era in compagnia della sorellina di 9 anni e di due fratelli, di 13 e 15 anni. E sembra che, inizialmente, la coppia avesse provato a convincere proprio la sorellina più grande a seguirli, con la promessa di un gelato ma incassato il suo diniego avessero poi cambiato "piano" passando alla più piccola. Questa volta riuscendoci. La bambina è stata portata via a bordo di uno scooter sotto gli occhi spaventati e confusi della sorella.

Una volta tornata a casa la bambina ha raccontato tutto ai genitori, che hanno immediatamente chiamato il 112 per denunciare l'accaduto. "Una di quelle telefonate che ci allarmano fin da subito – ha riferito in conferenza il Colonello Saverio Lombardi – poiché quando si tratta di un minore le ipotesi potrebbero sempre essere le peggiori".

Non bisognava perdere tempo prezioso e grazie anche ad alcune testimonianze, fra cui quella di un cittadino che ha descritto con dovizia di particolari i due individui che avevano avvicinato la piccola è stato possibile collegare l’episodio al nome di Giancane. L'uomo è stato rintracciato in un bar del paese, poco dopo. È bastato insistere un po’ per farsi raccontare che la bimba era andata via con la donna. Altro non è stato aggiunto, ma è bastato così i carabinieri si sono diretti, subito, a casa della 31enne.

Non ricevendo alcuna risposta, e sentitisi col magistrato di turno, dott.ssa Mignone, gli operatori vi hanno fatto irruzione con forza, trovando la donna in compagnia della minorenne; un po' scossa dall'entrata irruenta dei militari, ma senza alcun segno di violenza.

Non appena tornata in Caserma assieme ai carabinieri, ha potuto riabbracciare la propria famiglia. All'inizio si ipotizzava che le  motivazioni che hanno spinto la 31enne a questo gesto così estremo fossero da ricercarsi dietro un forte desiderio di maternità, di avere una figlia da accudire.

Eppure, stando a quanto riferito dai Caraibinieri durante la conferenza, potrebbero anche non essere questi i veri motivi, anzi. Pare che il movente non sia ancora del tutto chiaro. I due, arrestati, ora dovranno difendersi dall'accusa di sequestro di persona in concorso. Tuttavia le loro posizioni saranno stabilite meglio dopo l'interrogatorio di garanzia.



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