​Rapporti sessuali con la nipotina immortalati in video terrificanti? Presunto zio-orco rimane in carcere


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Rimane dietro le sbarre il presunto zio-orco, accusato di violenza sessuale sulla nipotina di appena 12 anni. Questa mattina, il gip Simona Panzera ha convalidato l'arresto e confermato la misura cautelare del carcere per il 55enne di Andrano, musicista di professione. L'indagato, assistito di fiducia dall'avvocato Mauro Marzano, si è inoltre avvalso della facoltà di non rispondere, nel corso dell'udienza di convalida. Il legale aveva avanzato per il proprio assistito, l'istanza dei domiciliari a casa di un fratello, fuori Regione.
  
L'uomo è finito in manette, mercoledì scorso, con le accuse di violenza sessuale aggravata e continuata e di pornografia minorile. Gli inquirenti sospettano che il musicista volesse scappare, per sfuggire alla cattura. Inoltre, sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se ci si trovi di fronte a un violentatore seriale.
  
A scoprire l’incubo vissuto dalla 12enne, è stata la mamma che, per puro caso, ha preso il cellulare della figlia, dopo che era finito nella mani del fratellino. La prima schermata che si è aperta davanti ai suoi occhi è stata quella di un video, con immagini “spinte”. Continuando a visionare il filmato, si è accorta che la “vittima” delle violenze era la sua bambina. La donna, senza indugi, assieme al marito è corsa a chiedere aiuto alla caserma dei Carabinieri della Stazione di Specchia, poco distante dal suo paese.
  
Le indagini hanno permesso di scoprire l’identità dell’orco. Per mesi, la vittima avrebbe subito anche i ricatti e le minacce del parente. L'uomo, infatti, per comprare il silenzio della ragazzina, l'avrebbe minacciata di pubblicare in rete, attraverso Whats'App, le immagini pornografiche che la ritraevano.
  
Il telefonino, il tablet e il computer usati dall’orco per riprendere i rapporti sessuali e nelle cui memorie digitali sono stati recuperati i video, sono stati sequestrati ed è stata già affidata una consulenza tecnica all'ingegnere informatico dr. Claudio Leone. In alcune registrazioni, ovviamente acquisite agli atti dell’inchiesta, si sentirebbe chiaramente la bambina implorare il suo persecutore di lasciarla stare. Fatti poi confermati anche in sede di ascolto protetto, dinanzi al Pubblico Ministero di turno Stefania Mininni.