Un'azienda agrituristica ritenuta tale solo sulla carta dalla Procura leccese. Il pm Paola Guglielmi ha chiuso l'inchiesta sui presunti abusi edilizi, relativi ad un noto agriturismo sulla Lecce-San Cataldo inattivo da alcuni anni.
Nell'avviso di conclusione risultano indagate sei persone: Luigi Maniglio , 65 anni di Lecce, dirigente del settore urbanistica del comune di Lecce; Valentina De Luca, 34enne e Stefano Quarta, 35 anni, entrambi di Lecce, in qualità di legali rappresentanti della STEVAL s.r.l. , società proprietaria del terreno agricolo; Antonio D'Andrea, 51enne di Lecce, Antonio Guido, 60 anni di San Pietro in Lama e Vincenzo Gigli, 67 anni di Lecce, in qualità di tecnici progettisti che si sono succeduti negli anni. Gli indagati rispondono dei reati di falso ideologico e abusivismo edilizio.
Questi hanno adesso venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o per presentare memorie difensive in Procura. Anzitutto, secondo l'accusa, tutti gli indagati in concorso tra loro, avrebbero realizzato un complesso di opere che avrebbe comportato una trasformazione urbanistica ed edilizia in contrasto con il P.R.G..
Nello specifico su un terreno di 20.000 metri quadri (ampliato nel 2010 di ulteriori 34.000 mq) sarebbero stati costruiti manufatti destinati a servizio di azienda agrituristica, in contrasto con le vigenti norme in materia e in assenza di titoli autorizzativi.
In particolare, un edificio comprensivo di sala ristorante, vano cucina e 4 camere; un'abitazione; una piscina; un deposito e altre due opere (zona relax e spogliatoio) . Il pm Guglielmi ritiene però che tutti i permessi di costruire rilasciati dal Comune di Lecce, attraverso l'architetto firmatario Luigi Maniglio, sono illegittimi per difetto di qualifica definitiva di Imprenditore Agricolo Professionale della De Luca. Non solo, anche per l'intestazione del permesso di costruire, alla stessa De Luca, priva della qualifica di legale rappresentante (poiché dimessasi nel giugno del 2008).
Secondo la Procura, anche altri permessi sono da ritenere falsi, poiché rilasciati a Quarta anch'egli privo del "grado" di Imprenditore Agricolo Professionale, e in presenza di pareri contrari dell'Ufficio Provinciale dell'Agricoltura e in violazione di alcune prescrizioni della Sovrintendenza.
Gli indagati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Maria Parente (di ufficio) e Andrea Sambati (di fiducia).