Abusi sessuali su di una ragazzina: l’imputato è malato di Alzheimer ed il processo non va avanti


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Avrebbe abusato della figlia della propria compagna, ma il processo non può andare più avanti, poiché l'imputato, un 71enne originario di Nardò, ma residente a Porto Cesareo è gravemente malato di Alzheimer. Questa mattina è stata emessa dal presidente Roberto Tanisi della seconda sezione penale in composizione collegiale, una sentenza piuttosto insolita.
 
Infatti, dopo tanti rinvii, il giudice ha ritenuto di "non doversi procedere", vista l'irreversibilità dello stato di salute dell'uomo; dunque per sopravvenuta mancanza delle condizioni di procedibilità. Egli si è dovuto richiamare ai principi generali del codice penale, non essendoci una legge ad hoc, che contempli casi di questo genere. Una sorta di "buco normativo" a cui il presidente Tanisi ha cercato di far fronte, appellandosi comunque ad un articolo del codice di procedura penale, il 529, che si applica "se l'azione penale non doveva essere iniziata  o non deve essere proseguita".
 
Il processo volgeva oramai alle battute finali, ma in seguito all'improvvisa grave malattia insorta, lo stato di salute dell'imputato non gli permetteva di partecipare alle varie udienze fissate. Il difensore del 71enne, l'avvocato Giuseppe Romano, sostituito dall'avv. Marcella Bianco, aveva già chiesto la sospensione del processo. Infatti, dopo l'insorgere della malattia per il proprio assistito, i difensori avevano chiesto ed ottenuto una consulenza medica, poi eseguita dal dr. Domenico Suma, che effettivamente attestava la presenza dell'Alzheimer.
 
Il presidente Tanisi, dunque, ha preso atto dell'impossibilità di proseguire, nonostante l'istruttoria fosse oramai conclusasi e ci si avvicinava a grandi passi, verso la discussione ed il verdetto finale.
 
Appellandosi ad un pronunciamento della Cassazione del 2005, riguardante un caso similare, il giudice ha deciso di "chiudere anticipatamente" il processo, prima che intervenisse, nella peggiore delle ipotesi, il decesso dell'imputato. Il pubblico ministero Francesca Miglietta non ha posto obiezioni ed anche il difensore della parte civile, l'avvocato Alessandro Stomeo ha accolto positivamente la decisione del giudice. Adesso si attendono le motivazioni, previste entro trenta giorni, che non dovrebbero comunque apportare elementi di novità al quadro processuale.
 
Secondo quanto sostenuto dall'accusa, il 71enne avrebbe esercitato atti di violenza sessuali sulla figlia minore d'età, della propria compagna (all'epoca aveva 10 anni). Infatti, in un arco temporale compreso tra il 1998 ed il settembre del 2002,egli avrebbe costretto la ragazzina a rapporti sessuali completi e a masturbarsi. Gli abusi si sarebbero verificati in varie circostanze ed in diversi luoghi, sia a Leverano che a Porto Cesareo.