Avrebbe colpito con cinque coltellate il cognato ed oggi il 22enne di Cavallino Michele Santoro è stato condannato a 4 anni e 4 mesi. Il Gup, Antonia Martalò ha accolto il patteggiamento concordato dall'avvocato Cristiano Solinas, con il pubblico ministero d'udienza Francesca Miglietta.
Santoro fu arrestato il 27 giugno scorso dai Carabinieri di Cavallino per il tentato omicidio di Silvio Rispoli, 24enne di Lizzanello. Tutto sarebbe nato da una banale lite e la colluttazione si sarebbe conclusa con la corsa all’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce per un intervento chirurgico d'urgenza.
In effetti, intorno alla mezzanotte, nell’abitazione dove Santoro viveva insieme al padre ci sarebbe stato un acceso diverbio con Rispoli. Il cognato gli avrebbe assestato cinque fendenti tra l'addome e la spalla. Una coltellata, particolarmente violenta, avrebbe persino perforato il polmone sinistro del 24enne. Quando i sanitari del 118 – allertati dai genitori della ragazza – hanno raggiunto l’abitazione in cui si era consumata la lite, hanno immediatamente trasportato il malcapitato a bordo di un’ambulanza in codice rosso all’ospedale dove, come detto, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, durato fino alle prime luci del mattino.
Due giorni dopo, Santoro è stato ascoltato dal Gip Simona Panzera che ha convalidato l'arresto del giovane disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari. Secondo quanto dichiarato dallo stesso giovane nell'udienza di convalida, il 22enne si sarebbe soltanto difeso dalla violenta aggressione del fidanzato della sorella che, dopo averlo immobilizzato, lo avrebbe colpito con numerosi calci e pugni.
A quel punto, messo alle strette e colto da un eccesso d'ira, si sarebbe "ribellato" estraendo un coltello che aveva in tasca. Santoro ha subito ammesso di essere stato colto da un vero e proprio raptus d’ira e, superando un attimo di tentennamento, ha poi permesso ai militari di recuperare l’arma utilizzata per ferire il cognato: un coltello a serramanico con lama di circa 6 centimetri che aveva gettato nel tombino fognario della sua abitazione, per disfarsene.
Il motivo dell'aggressione condotta da Rispoli a cui avrebbe fatto seguito la reazione di Santoro, sempre secondo quanto dichiarato dal giovane cavallinese, pare sia stata dettata da una sua intromissione nei rapporti tra i due fratelli, i quali, prima che avvenisse la colluttazione tra cognati, avrebbero litigato via sms.