Accusato di essere un ‘terrorista’ da Roberto Martella. Ascoltato Mario Capanna, ex leader del movimento sessantottino


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Si è svolta, in mattinata, la seconda udienza del processo sulla presunta diffamazione da parte del consigliere comunale  Roberto Martella nei confronti di Mario Capanna. Innanzi al giudice monocratico Alessandra Sermarini, è stato sentito come teste l'ex leader del movimento sessantottino che, l’8 febbraio del 2012, querelò il consigliere di Palazzo Carafa, nonché componente del consiglio provinciale. La denuncia fu depositata presso la Procura di Roma, con "l’invito" a trasmetterla presso quella di Lecce.
   
Lo scrittore e politico milanese ha dichiarato questa mattina in aula, rispondendo alle domande degli avvocati e  del vpo d'udienza: «Vengo spesso in Salento. Un mio conoscente, durante una visita, mi informò dell'articolo di giornale. Da quel momento mi sono dovuto giustificare e difendere dall'accusa di terrorismo. Quando è cominciata a serpeggiare questa ipotesi ho subito un danno d'immagine. Inoltre, non ho mai subito procedimenti d'indagini relativi al terrorismo. In occasione del rapimento Aldo Moro, insieme ai miei compagni di partito di Democrazia Proletaria ribadimmo la nostra lontananza da quelle idee, anche attraverso le pagine di giornale».
  
Secondo Capanna, costituitosi parte civile con l'avvocato Massimiliano Oggiaro, in un articolo pubblicato il 10 dicembre del 2011, Martella lo avrebbe definito "terrorista". Capanna sarebbe stato anche accostato ai terroristi italiani degli “anni di piombo”, quali Curcio e Negri. Il testo è apparso sulle pagine di una testata salentina. Nel corso di un'intervista, poi riportata da altri quotidiani locali, Martella avrebbe criticato l’Università del Salento per aver invitato «I Curcio, i Capanna, i Negri, terroristi che tanto male hanno fatto a famiglie e forze dell’ordine».
  
Lo scorso anno, il gip Carlo Cazzella, accolse la richiesta di opposizione all'archiviazione, disponendo l'imputazione coatta dell'imputato. Il pm titolare del fascicolo, Giovanni Gagliotta, ha così istruito ulteriori indagini, riformulando la richiesta di rinvio a giudizio del consigliere comunale con l'accusa di diffamazione a mezzo stampa. Roberto Martella è assistito dall'avvocato Alessandro Stomeo.