Affaire Antiracket, la Procura impugna l’ordinanza e chiede gli arresti domiciliari per Attilio Monosi


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La Procura leccese “impugna” l’ordinanza del gip e propone Appello innanzi al Tribunale del Riesame.

Dunque, i pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci, chiedono la custodia cautelare ai domiciliari per Attilio Monosi, 45 anni di Lecce, assessore al bilancio dimissionario di Palazzo Carafa. Non solo, anche per altri cinque indagati: Marco Fasiello, 40enne leccese; F. V., 39enne leccese; Francesco Lala, 38enne di Leverano; Giancarlo Saracino, 64enne di Otranto; Chiara Manno, 38enne di Surbo.

Chiedono inoltre, la misura carceraria per Serena Politi, 39enne di Carmiano, al momento agli arresti domiciliari.

(leggi tutte le tappe dell’intricata vicenda sul centro antiracket e usura del Salento)

I pm “contestano” anche alcuni punti dell’ordinanza del gip Giovanni Gallo, in merito al capo d’imputazione di truffa per Maria Antonietta Gualtieri, 62 anni di Lecce, Presidente dell’associazione antiracket Salento, considerata il deus ex machina della presunta truffa per ottenere contributi ed agevolazioni attraverso fondi pubblici, con il coinvolgimento di noti politici, commercialisti, avvocati e dipendenti comunali.  Contestazioni di altre ipotesi di reato per Giuseppe Naccarelli, 48 anni di Veglie e Pasquale Gorgoni, 62 anni leccese.

Infine, è stata chiesta la misura reale per gli indagati: Fabrizio Natale, 41 anni di Lecce e Cristian Colella, 39enne di Brindisi.

Il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, il 12 maggio scorso, ha arrestato quattro persone, mentre per altre sei sono state emanate le misure interdittive dalla professione. Complessivamente, sono 40 le persone indagate, molte della quali a piede libero.

Gli indagati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Luigi e Roberto Rella, Stefano De Francesco, Amilcare Tana, Gianfranco Caiaffa, Cesario Del Cuore, Paolo D’Amico, Riccardo Giannuzzi e Giuseppe Milli.