A meno di un mese dall’ultimo episodio, il calendario segnava la data del 27 dicembre 2019, “Borgo San Nicola” a Lecce registra un nuovo episodio di cronaca.
Ancora un’aggressione ai danni della Polizia penitenziaria, quando, nella giornata di ieri, alle ore 15.00, un detenuto di origine marocchina ristretto presso il reparto REIS a elevato indice di sicurezza presso il blocco C 1, allo scopo di compiere un gesto di sfida, all’atto del rientro nella propria stanza di pernottamento si è rifiutato di accedere all’interno della camera, spingendo un assistente capo coordinatore contro il cancello della stanza. A causa del gesto l’agente ha sbattuto violentemente la testa. Le urla dell’uomo hanno richiamato l’attenzione di altri due assistenti capo coordinatori che con molta fatica sono riusciti a chiudere il detenuto nella stanza, ricevendo a loro volta calci e spinte e al termine delle operazioni hanno soccorso il collega è stato condotto presso l’ospedale “Vito Fazzi” con urgenza.
A darne notizia e l’O.S.A.P.P. per bocca del Segretario Generale Aggiunto Pasquale Montesano.
“La grave carenza degli organici, l’assenza dell’amministrazione centrale, delle istituzioni e della politica impegnate in ben altre cause, fanno della Regione Puglia la più esposta a vari rischi all’interno dei penitenziari”, afferma il sindacalista. “Nell’auspicio che nulla accada, non possiamo non rimarcare precise responsabilità per le criticità che quotidianamente si verificano e che solo grazie allo spirito di sacrificio, alla professionalità e al senso di appartenenza degli uomini e delle donne del Corpo e di tutti gli operatori sono contenute.
Gli episodi verificatisi negli ultimi mesi ai danni degli agenti, costituiscono un evidente segnale di come le organizzazioni criminali stiano adottando una strategia della tensione e dell’intimidazione nei confronti della Polizia Penitenziarie che, pressoché abbandonata a se stessa, gestisce la sicurezza nelle carceri e garantisce all’interno delle stesse il rispetto della legalità e la tutela degli interessi della collettività nazionale.
I rappresentanti del Governo poco hanno fatto se non peggiorate le gravissime carenze che da troppo tempo attanagliano il sistema.
Per questi motivi, ribadiamo e confermiamo lo stato di agitazione e le manifestazioni di protesta pubblica a partire dal 3 febbraio a Campobasso per continuare, poi, sul territorio pugliese”.