Arrestati con 32 kg di eroina, per due surbini arriva la condanna a 8 anni in abbreviato


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Arriva una condanna a 8 anni ciascuno con il rito abbreviato, per i due surbini arrestati l'estate scorsa a Livorno con oltre trentadue chili di eroina. La pena comminata risulta molto vicina al minimo previsto dalla legge.
 
Gli imputati sono Sergio Nilo, 41 anni, difeso dagli avvocati Luigi Rella e Barbara Luceri e Fabio Macchia, 39enne, difensore Fabio Zeppola e Andrea Dinelli del Foro di Livorno, oltre ad un uomo di nazionalità kosovara, difensore Elena Augustin del Foro di Prato (a quest'ultimo è stata inflitta una pena di 10 anni, in virtù della recidiva specifica infra quinquennale). Il gup Beatrice Dani del Tribunale di Livorno nel processo celebratosi nelle scorse ore con abbreviato ha anche disposto il pagamento di una multa di 30 mila euro per i due surbini e di 90 mila euro, per il cittadino kosovaro.
 
Il pubblico ministero Arianna Ciavattini (titolare dell'inchiesta) aveva chiesto il giudizio immediato, considerata l'evidenza della prova per i tre imputati, con laccusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti aggravata dall’ingente quantitativo. I difensori dei due Surbini avevano chiesto che non venisse riconosciuta l’aggravante. In particolare i difensori di Macchia si erano richiamati a una sentenza della Cassazione del 18 gennaio 2016 che non prevede un automatico aumento della pena, nel caso di un ingente quantitativo di droga e come bisognerebbe valutare ogni singolo caso.
 
I tre imputati  furono arrestati il 3 agosto, assieme ad un uomo di nazionalità kosovara, con a bordo dell'auto un ingente quantitativo di droga. Gli arrestati, considerati dagli inquirenti degli insospettabili "corrieri", si sono presentati nell'agosto scorso, innanzi al Gip Antonio Del Forno, ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il giudice ha convalidato l'arresto e confermato la detenzione carceraria, presso la Casa Circondariale di Livorno.

L'operazione antidroga è stata condotta dai carabinieri di Livorno di concerto con il Gico. I presunti corrieri, si trovavano a bordo di due diverse auto: in una viaggiava autonomamente Nilo e nell'altra, vi erano Fabio Macchia ed il cittadino kosovaro.

Questi sarebbero partiti da Sesto San Giovanni ed erano probabilmente diretti verso il Salento, quando sono stati intercettati e fermati a Livorno. Nascosta nell'abitacolo, come detto, un'ingente quantità di eroina, da cui l'ipotesi investigativa di contatti ben avviati con qualche importante organizzazione criminale. Per gli investigatori la droga era destinata ad alimentare il mercato dello spaccio, particolarmente fiorente nel periodo estivo.