Dopo i provvedimenti eseguiti dai finanzieri di Lecce nei confronti di 8 persone (uno in carcere e sette ai domiciliari), nella giornata di domani avranno infatti inizio gli interrogatori.
Ricordiamo che l’ex sindaco e attuale vicesindaco Cosimo Piccione, è stato raggiunto dall’ordinanza di arresto in carcere, emessa dal gip Valeria Fedele, su richiesta del pm Patrizia Ciccarese. E nella mattinata di domani avrà modo di respingere le accuse, durante l’interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Luigi Corvaglia.
Non solo lui. Dalle ore 9:30, avranno inizio gli interrogatori presso il tribunale di Lecce. Il giudice ha difatti autorizzato lo spostamento di tutti gli indagati sottoposti a misura cautelare.
Ai domiciliari ci sono i dipendenti Cosimo Leo, Gianpaolo Miglietta e Marco Mario Prontera. E ancora, Annunziata Fiorella Rocca, funzionaria del Comune di Sannicola e Giordano Carrozzo, Maria Pia Gioffreda (ex consigliera comunale), Walter Cosimo Pennetta. Sono difesi dagli avvocati Luigi Corvaglia, Luigi Covella, Salvatore Ponzo.
Complessivamente sono 34 gli indagati, tra cui anche l’attuale sindaco di Sannicola, Graziano Scorrano (a piede libero).
Le accuse, a vario titolo, sono: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture, peculato, falsa testimonianza, intercettazione abusiva, truffa aggravata, falso.
C’è anche l’accusa di corruzione in atti giudiziari per l’ex sindaco e attuale vicesindaco Cosimo Piccione. Nell’ordinanza di arresto, emessa dal gip Valeria Fedele, si fa riferimento ad una “indottrinazione” dei testimoni “in danno dell’acquisizione della genuinità della prova processuale e, quindi, dell’amministrazione della giustizia”, nel corso del processo per mobbing ai danni della funzionaria, all’epoca dei fatti, del settore urbanistica Silvia Tunno. E proprio ieri sera, nel giorno dell’arresto di Cosimo Piccione, è arrivata per lui anche la sentenza di condanna ad 1 anno di reclusione (pena sospesa) per stalking, emessa dai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Bianca Todaro).
Si parlava di provvedimenti di “demansionamento” a carico dell’ingegnera, con il coinvolgimento di altri componenti della giunta dell’epoca, (tutti firmatari della delibera di giunta del 13 luglio 2014), assolti a conclusione del processo.
Stando all’ipotesi accusatoria, contenuta invece nell’ordinanza di arresto di ieri, Piccione avrebbe messo in atto un sistema per influenzare le testimonianze chiave nel suddetto processo e come sostiene il gip nell’ordinanza avrebbe “preparato nei dettagli la testimonianza che questi dovevano rendere in aula”, leggendo “preventivamente le domande da lui stesso predisposte” e consegnando “copia cartacea delle stesse affinché potessero preparare adeguatamente, costituendo ad arte anche le risposte”.
Come ricompensa, in base al’accusa, uno dei testimoni avrebbe ottenuto la rimozione di alcuni fari installati sul prospetto della propria abitazione. Invece un altro sarebbe stato ricompensato, con l’installazione nello spazio antistante casa di alcuni dissuasori per la sosta dei veicoli.
Secondo il gip Fedele, tale accusa di corruzione in atti giudiziari è uno dei motivi che rende alto il rischio di inquinamento probatorio, portando ad applicare le misure cautelari senza procedere prima con l’interrogatorio (preventivo) degli indagati.