Usura verso due fratelli di Copertino? Assolto un bancario al termine del processo di Appello


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Assolto un bancario accusato di usura. La Corte di Appello di Lecce ha ribaltato la sentenza di primo grado, assolvendo Leopoldo Ruberti, 76 anni di Copertino, perché il fatto non sussiste.

In primo grado, il tribunale condannò Ruberti alla pena di anni 3 e mesi 6 di reclusione per i reati di usura e tentata estorsione e disponendo il risarcimento delle vittime con una provvisionale di 25.000 euro. Nel corso del giudizio di primo grado una perizia disposta dai giudici accertò un tasso di interesse pari al 1032%.

Come detto, però, la Corte di Appello, il 10 ottobre scorso, ha riformato la sentenza di primo grado e ha assolto il Ruberti dall’accusa di usura. La tentata estorsione è stata riqualificata nel reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni che è stato dichiarato prescritto, annullando tutte le statuizioni civili e revocando la confisca.

Nel grado di appello l’imputato era assistito dagli avvocati Daniel Viva e Pino Cagnazzo. Le parti civili, invece, dagli avvocati Giulio Insalata e Alessandro Dell’Atti.

Leopoldo Ruberti nel 2012 era stato denunciato da due fratelli di Copertino per usura.

Per un iniziale prestito di 20 milioni di lire nel 2000 e un successivo di 70.000 euro nel 2001 lo si accusava di avere richiesto dei tassi usurari.

A margine della sentenza di secondo grado, l’avvocato Daniel Viva ha dichiarato: “Non è stato un appello semplice perché l’accusa era davvero grave. La Corte di Appello ha ristabilito la verità processuale e questa sentenza restituisce dignità all’imputato che era stato indebitamente additato come usurario quando invece siano riusciti a dimostrare che le accuse da parte delle persone offese erano state formulate al solo scopo di non restituire un debito lecitamente contratto”.