Colpo di scena in Appello, nel processo a carico di due funzionari di Equitalia.
La Corte ( Presidente Vincenzo Scardia) ha assolto con formula piena entrambi gli imputati, condannati in primo grado ad 8 anni ciascuno. I giudici hanno ritenuto non colpevoli, “perché il fatto non sussiste”, il 73enne Luigi Marzano, originario di Parabita, agente della riscossione, nelle vesti di amministratore delegato di Equitalia Lecce spa, assistito dagli avvocati Giovanni e Federico Pellegrino; Maurizio Garrisi, 65enne di Lecce, in qualità di responsabile del servizio produzione, difeso dall’avvocato Luigi Rella.
La Corte di Appello ha infatti accolto pienamente le argomentazioni del collegio difensivo, che ha invocato l’assoluzione per entrambi gli imputati. Nessuna condanna, dunque, al risarcimento danni di 5mila euro per ciascuna parte civile, nè interdizione perpetua dai pubblici uffici e scioglimento del rapporto di lavoro, come stabilito in primo grado.
Già in una scorsa udienza il vice procuratore generale Claudio Oliva ha chiesto una rideterminazione della pena.
Il processo di primo grado
In primo grado, i giudici della prima sezione penale collegiale ha condannato i due funzionari ad 8 anni ciascuno per il reato di tentata concussione. Le vittime delle indebite richieste si sono costituite parte civile con gli avvocati Piero Coluccia, Amilcare Tana, Cinzia Vaglio, Giuliano Fina.
I due imputati– secondo l’ipotesi accusatoria ( il reato contestato di tentata concussione era stato derubricato dal gup Giovanni Gallo in tentato abuso d’ufficio) – avrebbero chiesto ai contribuenti di versare somme più elevate rispetto a quelle dovute e di regolarizzare la propria “posizione”. Il mancato pagamento avrebbe comportato una lunga serie di azioni legali e il fermo amministrativo dell’automobile.
Nel primo episodio contestato, risalente al 30 novembre 2009, il contribuente avrebbe dovuto versare la somma di circa 3mila euro per una presunta violazione del codice della strada. Nonostante vi fosse una sentenza passata in giudicato, la quale attestava come la somma non fosse dovuta e che l’agente ne era stato informato. In un secondo caso, la “vittima” avrebbe dovuto corrispondere la cifra di circa 5.660 euro, come tassa per i rifiuti solidi urbani. Gli investigatori, avrebbero però accertato come il Comune di Lecce, il 9 dicembre 2008, avesse comunicato ad Equitalia che era intervenuta una “conciliazione giudiziale” e quindi non si doveva procedere alla riscossione.
Nel terzo caso, infine, un altro contribuente avrebbe dovuto pagare 8.895 euro per un presunto mancato versamento dell’Irpef, nonostante la commissione tributaria provinciale avesse sospeso la cartella esattoriale.
A dare avvio alle indagini della GdF è stata la denuncia di alcune presunte vittime dei due funzionari.