“Spartizione” della maxi eredità di una signora neretina, sei assoluzioni ed una condanna


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Si conclude con ben sei assoluzioni, il processo sulla presunta maxi truffa ai danni di un’anziana e benestante signora di Nardò.

Il giudice monocratico Bianca Todaro ha ritenuto non colpevoli: il titolare ed il dipendente di un’agenzia funebre, un notaio, due testimoni (tra cui un libero professionista di Nardò e un uomo di Napoli) e un bancario.

L’unica condanna, a venti giorni di reclusione, è stata emessa verso un medico in servizio presso l’ospedale di Galatina, per il reato di falso.

In una precedente udienza, il vpo ha invocato pene variabili comprese tra i 9 mesi e i 4 anni di reclusione.

L’inchiesta risalente al febbraio del 2013, coordinata dal pubblico ministero Emilio Arnesano, avrebbe fatto luce sulla “spartizione” di una maxi eredità (da cui sarebbe stato estromesso l’unico fratello della signora rimasto in vita), grazie alla presunta complicità di un notaio di origini campane. Quest’ultimo avrebbe redatto il “falso” testamento, addirittura in una stanza d’ospedale (accusa “caduta” al termine del processo), avvalendosi di un certificato medico che attestava come la signora novantenne fosse in grado di intendere e di volere.

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Giuseppe Bonsegna, Franco Orlando, Aldo Manca, Enrico Chirivì che in aula hanno invocato l’assoluzione dei propri assistiti .

Si sono costituiti parte civile, due nipoti e un fratello dell’anziana, attraverso lavvocato Ezio Maria Tarantino ed il legale Laura Minosi.