Guai in vista per una coppia di nomadi, deferiti questa mattina dagli agenti della Polizia Municipale di Lecce per con l’accusa di abusivismo edilizio. In particolare, è stato scoperto che i coniugi avevano occupato una vecchia masseria, in parte diroccata, per adattarla alle loro esigenze domestiche e, persino, avevano eseguito lavori di natura edile senza alcun titolo che li legittimasse a farlo. La coppia di coniugi, poco più che trentenni ed entrambi appartenenti alla comunità nomade, quindi, è stata deferita all’Autorità Giudiziaria e parte dell’immobile in questione è stata sottoposta a sequestro preventivo, con apposizione di sigilli, su disposizione del P.M di turno Dott. Giovanni Gagliotta.
La scoperta dell’abuso edilizio è stata fatta nella mattinata di ieri dal personale della Sezione di Polizia Edilizia della Polizia Locale e dai geometri del Nucleo di Vigilanza Edilizia del Comune di Lecce, impegnati durante un controllo di routine presso il Campo Sosta Panareo. Il personale intervenuto, in particolare, ha notato che grazie alle opere edili abusive, di cui alcune ancora allo stato iniziale, la giovane coppia, che già risultava assegnataria di una piccola unità abitativa prefabbricata all’interno del campo adibito ad ospitare i nomadi di Lecce, aveva ristrutturato quasi del tutto il vecchio edificio rurale, la cui proprietà risulta essere pubblica. Non solo. I due coniugi, inoltre, avevano costruito proprio accanto all’immobile, una camera da letto ed un ulteriore vano ancora in fase di realizzazione e che ben presto sarebbero stati disponibili.
Nulla da fare, invece: la coppia è stata denunciata e per loro l’investimento edilizio può dirsi concluso. Il teatro della vicenda, del resto, è stato più volte nel corso degli anni oggetto di diverse problematiche: nel 2012, ad esempio, andò in tilt il sistema fognario del campo, ma non mancano nemmeno gli episodi di cronaca, come quello registrato nel settembre scorso quando, sempre la Polizia Municipale, scoprì che nel Campo Sosta Panareo erano state coltivate rigogliose piante di marijuana, prontamente sequestrate.