Prima il pagamento dell’alloggio presso un B&B e poi l’assegnazione di un immobile confiscato alla mafia. Destinatario di questo trattamento di favore, il fratello di un boss. Èquanto emerge dalle imputazioni della Procura contente nell’ordinanza a firma del gip Giovanni Gallo, relativa all’inchiesta “Estia“, che nelle scorse ore ha provocato un vero terremoto politico a Palazzo Carafa.
Difatti, secondo l’accusa, Rosario Greco (alias Andrea), dipendente di Alba Service e “collettore di voti” per diverse campagne eletorali, su incarico di Damiano D’Autilia e di un Deputato della Repubblica (riferibile presumibilmente al senatore leghista Roberto Marti) avrebbe gestito dal punto di vista economico, l’emergenza abitativa di Antonio Briganti ( fratello del boss Pasquale) e di sua moglie Luisa Martina, pagando le spese di alloggio presso un B&B alle porte di Lecce.
In seguito, invece, avrebbero ottenuto illecitamente una casa, giàconfiscata alla mafia, destinata alla “graduatoria ordinaria”, grazie all’intervento di Attilio Monosi, Pasquale Gorgoni e Paolo Rollo. L’escamotage utilizzato per dare una parvenza legale all’operazione, sarebbe consistito nell’assegnare l’immobile in comodato d’uso gratutito, apparentemente in favore di una cooperativa sociale.
Nel corso di varie conversazioni intercettate, Gorgoni sottolinea a Greco e Briganti che “al telefono non puoi parlare..che si va carcerati”…e poi, spiegando come sta procedendo la pratica, afferma ” non èpossibile … l’abitazione eccetera, eccetera, eccetera, perchéc’èuna graduatoria, tanto gliela diamo all’associazione, ti diamo il contributo direttamente al bed & breakfast, va bene? In seguito Gorgoni chiedeva a Monosi cosa doveva fare per la casa e questi gli rispondeva ” al momento non possiamo fare niente in quanto abbiamo la Guardia di Finanza in ufficio”.
Infine vi èla conversazione tra Monosi e Gorgoni
Lillino: senti quella cosa l’abbiamo risolta no? quella della concessione dei due appartamenti (incomprensibile) confiscati
Attilio: No, io quella cosa la temo…allora..con il secondo risolviamo in questo modo…Damiano D’Autilia va a fare l’istanza per la cooperativa…ee…per la gestione di un appartamento confiscato per un’attivitàistituzionale
Lillino: Per le famiglie bisognose
Attilio: No, per un’attivitàistituzionale
Questa la ricostruzione della Procura che contesta a tutti i suddetti indagati, i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico e tentato peculato. Secondo il gip Gallo, però, tali capi d’accusa sarebbero insussistenti ed il solo Gorgoni risponderebbe di tentato abuso d’ufficio.
La vicenda dell’ex assessore comunale Nunzia Brandi
Vi èpoi la vicenda che coinvolgerebbe nuovamente Greco Rosario (alias Andrea) e Nunziatina Brandi, ex assessore alle politiche sociali. Secondo il gip Gallo, i fatti contestati fornirebbero “un ulteriore spaccato delle modalitàdi gestione del consenso elettorale, sostanzialmente monetizzato sia con la commissione di atti contrari al dovere d’ufficio sia con il versamento ( o promessa di versamento come in questo caso) di somme di denaro”.
Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero promesso ai titolari di due esercizi commerciali, il pagamento di sei mesi di tassa per l’occupazione del suolo pubblico . Esso doveva essere effettuato dalla Brandi ( salvo disconoscere l’impegno per l’esito negativo delle elezionali del suo candidato di riferimento alle elezioni regionali del 2015). La somma veniva anticipata da Rosario Greco, che prometteva a sua volta un pacchetto di 50 voti in cambio della promessa di un posto nella forestale e della somma di 450 euro in favore del figlio.
In particolare, vi sarebbe una conversazione intercettata, tra i due indagati
Il Greco garantiva alla Brandi il suo pacchetto sicuro di 50 voti. Quest’ultima chiedeva conferma ” se si sta spendendo per il “suo” candidato e Andrea dice di si, anche se attacca manifesti per altri..Poi Nunzia chiede quanti voti sicuri sono i suoi …50…. Andrea dice poi se al figlio gli puòdare un acconto….si tranquillo.