Disposta una nuova perizia per stabilire le cause della morte del bimbo di quindici mesi, deceduto nel gennaio di due anni fa all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, per l’insorgere del virus influenzale H1N1 (definita in certi casi come influenza suina). Nelle scorse ore, innanzi al gip Carlo Cazzella si è svolto l’incidente probatorio, come richiesto dal pm Roberta Licci.
Difatti come afferma il giudice nell’ordinanza “risulta condivisibile l’iniziativa del pubblico ministero di accertare con perizia nelle forme del contraddittorio delle parti, anziché con ulteriore consulenza tecnica, le cause della morte del bimbo e soprattutto la possibilità di formulare per tempo una corretta diagnosi della patologia e apprestare la terapia necessaria per scongiurare l’infausto evento, tenuto conto della cartella clinica, della consulenza in atti e e del relativo supplemento riguardo i protocolli e le linee guida”. Saranno complessivamente sei, gli specialisti al lavoro a partire dai prossimi giorni. Il giudice ha nominato il pediatra Antonio Caradonio, l’infettivologo Gioacchino Angarano ed il medico legale Alberto Boeri. Mentre il pm ha provveduto alla nomina del medico legale Alberto Tortorella e del neonatologo Antonio Del Vecchio. I difensori dei due medici indagati, si sono rivolti ad altri tre specialisti, mentre il legale della famiglia nominerà nei prossimi giorni un proprio consulente. La prossima udienza è stata fissata per il 16 maggio, quando prenderanno la parola i periti.
L’opposizione all’archiviazione
Nelle settimane scorse, il gip ha accolto la seconda richiesta di opposizione all’archiviazione presentata dagli avvocati Giampiero Tramacere e Sergio Signore, i legali della coppia che presentò denuncia all’epoca dei fatti. Secondo la difesa, rimane un grosso punto oscuro il rapido peggioramento delle condizioni di salute del bimbo, tra il primo pomeriggio del 3 gennaio del 2015 e la mattina del giorno successivo, presso il reparto di pediatria.
Rimangono infatti “sotto inchiesta” con l’accusa di omicidio colposo, due camici bianchi del reparto di pediatria dell’ospedale “Vito Fazzi”, mentre le posizioni di altri quattro è stata già archiviata. Sono assititi dagli avvocati Ester Nemola e Stefano De Francesco.
I fatti
Ricordiamo che all’inizio del 2015, i genitori del bimbo di appena 15 mesi si recarono al pronto soccorso del Fazzi, poiché il piccolo continuava ad avere la febbre alta, nonostante la somministrazione di antipiretici. Venne diagnosticata un’infezione alle tonsille e prescritta una cura farmacologica. Il bimbo venne dimesso, ma il giorno dopo le sue condizioni si aggravarono e venne ricoverato d’urgenza. Il quadro clinico del paziente continuò a peggiorare e venne trasferito nel reparto di Rianimazione in stato comatoso. Ogni tentativo di salvare la vita al piccolo, si rivelò inutile.