Come è morto Ivan Ciullo? C’è la data dell’autopsia


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Il 17 maggio 2019 è una data importante per i genitori di Ivan Ciullo, il dj salentino trovato impiccato ad un albero di ulivo nelle campagne di Acquarica del Capo, in contrada Le Calie. Tra più di un mese, il corpo del talentuoso speaker radiofonico sarà riesumato per permettere ai medici legali di effettuare l’autopsia, così come disposto dal Pubblico Ministero Maria Vallefuoco che ha riaperto il caso, dopo due archiviazioni.

«Istigazione al suicidio», questa l’accusa scritta nero su bianco sul fascicolo in cui risulta indagato, come atto dovuto, l’uomo con cui il giovane aveva una relazione “tormentata”. Assistito dall’avvocato Giuseppe Minerva,  ha nominato il dottor Vincenzo Grazia in vista dell’autopsia.

C’è grande attesa, quindi, per gli accertamenti medici perché la speranza di mamma Rita e papà Sergio è che venga fatta luce su una morte ancora avvolta dal mistero.

Che sia uno spiraglio in nome della verità dopo anni di ‘buio’? La famiglia del dj –  assistita dagli avvocati Paolo Maci e Valter Biscotti – non ha mai creduto che il figlio abbia deciso di togliersi la vita. Una tesi che non è un rifiuto della realtà, tipico di ogni genitore che non vuole rassegnarsi di fronte ad un dolore del genere, ma che troverebbe riscontri anche nelle consulenze affidate al criminologo Roberto Lazzari e all’esperto in medicina legale, Giuseppe Panichi che hanno esaminato attentamente la scena del dramma.

Secondo Lazzari, Ivan sarebbe stato strangolato e legato all’albero di ulivo per simulare un suicidio. Lo dimostrerebbe, si legge nella relazione, «l’ecchimosi sulla base del collo ritenuta incompatibile col cavo microfonico usato per l’impiccagione e riconducibile ad un laccio avvolgente in senso orizzontale, di dimensioni più piccole».