28enne freddato in strada con un colpo di pistola. Diventa definitiva la condanna per l’autore dell’omicidio


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La condanna per l’autore dell’omicidio di Mattia Capocelli, il 28enne di Maglie freddato in strada con un colpo di pistola nei pressi di un fast food mobile, è diventata definitiva.

La Corte di Cassazione, nelle scorse ore, ha rigettato l’appello della difesa, confermando la sentenza della Corte d’Assise d’Appello (presidente Vincenzo Scardia) ed ha condannato Simone Paiano, 29 anni di Maglie alla pena complessiva di 19 anni e 4 mesi di reclusione. Nello specifico, sono stati inflitti 16 anni, 5 mesi e 10 giorni per l’omicidio e 2 anni, 10 mesi e 20 giorni per detenzione abusiva d’arma. Non solo, poiché la condanna prevede anche un’ammenda di 60 euro per l’esplosione in luogo pubblico. Si tratta della stessa pena che era stata inflitta in primo grado dal gup Marcello Rizzo, con il rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo).

La Cassazione ha inoltre confermato il maxi risarcimento del danno per complessivi 750 mila euro. I familiari della vittima (genitori, fratello e nipote) si erano costituiti parte civile con gli avvocati Arcangelo ed Alberto Corvaglia.

Invece, in precedenza, la Corte d’Assise d’Appello aveva disposto una riduzione della pena per tre imputati e confermato una quarta condanna. Erano accusati a vario titolo ed in diversa misura di sequestro di persona, porto abusivo d’armi, lesioni personali aggravate dall’avere agevolato l’associazione mafiosa e favoreggiamento.

Dalle indagini condotte dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dal sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini e coordinate dai carabinieri del Nucleo Operativo di Lecce e dai colleghi del Norm di Maglie sarebbe emerso come l’omicidio fosse maturato a seguito di contrasti per lo spaccio di droga nel territorio magliese.

Da una parte c’era Simone Paiano che, dopo la sua scarcerazione, aveva manifestato a Mattia Capocelli l’intenzione di spacciare in autonomia. In particolare, si era rifiutato di aderire e di avere rapporti “commerciali” con il clan mafioso capeggiato da Francesco Amato detto “Padreterno”, smantellato con l’operazione “Tornado” e di cui faceva parte anche Capocelli.

Attraverso l’omicidio, avvenuto a Maglie nella notte tra il 24 ed il 25 aprile del 2019, nei pressi di un fast food mobile, Paiano voleva ottenere il controllo incontrastato dello spaccio.

Simone Paiano, nel corso dell’interrogatorio in carcere, ha riferito di essere stato vittima di un agguato e che non aveva intenzione di uccidere Capocelli.