“Riascoltate la ragazza”, fissata l’udienza su opposizione all’archiviazione per prete accusato di abusi


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Si terrà il 22 maggio, l’udienza di opposizione all’archiviazione  sui presunti abusi sessuali nei confronti di una 13enne, per mano di un sacerdote.

Dinanzi al gip Cinzia Vergine, l’avvocato Benedetto Scippa, difensore del padre della ragazza, chiederà che venga risentita la 13enne. Quest’ultima, era stata ascoltata nel corso dell’incidente probatorio, nella primavera scorsa e avrebbe seppur parzialmente, confermato gli abusi subìti. In seguito, il consulente tecnico, nella relazione, sottolineava la capacità di ricordare e riferire i fatti. Inoltre, nel corso della testimonianza, continuava il perito, non sarebbe emersa lesistenza di fattori interni o esterni capaci di incidere sull’idoneità a testimoniare e sull’attendibilità.

Pochi mesi dopo, però, arrivò la “ritrattazione”. La 13enne, infatti, confidò ad una psicologa della struttura protetta in cui si trovava, di essersi inventata tutto, per una sorta di vendetta nei confronti della madre. La ragazza vedeva, infatti, nella frequentazione di quest’ultima con il sacerdote, la causa del proprio disagio.

A quel punto, il pm ha chiesto larchiviazione del procedimento. Non solo per lui. Anche per la madre e la nonna della presunta vittima, entrambe inizialmente iscritte nel registro degli indagati.

Naturalmente, parteciperanno all’udienza camerale dinanzi al gip, il pm Stefania Mininni, che ribadirà la richiesta di archiviazione. Soprattutto, non ritenendo utile un nuovo ascolto della 13enne, sottolineando la contraddittorietà delle versioni già raccontate dalla ragazza che “non consentono di sostenere efficacemente alcuna accusa in giudizio“. Inoltre, il pm “ritiene opportuno nell’interesse superiore della minore, soprassedere al momento da qualsiasi altro contatto con l’autorità giudiziaria“. Tale tesi, sarà condivisa anche dai legali Stefano De Francesco e Vittorio Vernaleone, difensori del sacerdote e dall’avvocato Francesco Cavallo che assiste la madre e la nonna della minore.

L’ultima parola, però spetterà al gip che, successivamente all’udienza, deciderà se accogliere la richiesta di opposizione e disporre nuove indagini o emettere un decreto di archviazione.

Le iniziali accuse

Nella richiesta d’incidente probatorio comparivano i nomi di tre indagati: il prete, accusato di violenza sessuale aggravata, con riferimento anche a rapporti “completi” con la 13enne (la visita ginecologica, però, non avrebbe riscontrato i segni di tali abusi).

La madre dell’adolescente, che rispondeva dell’ipotesi di reato di “favoreggiamento”, per non aver riferito agli inquirenti dei presunti abusi subìti dalla figlia e per “false informazioni al pubblico ministero”. Non solo, anche la madre era accusata di violenza sessuale. Le presunte molestie si sarebbero consumate tra le mura domestiche. Infine, risultava indagata la nonna materna, sempre con l’accusa di “false informazioni al pubblico ministero”, poiché non avrebbe detto tutta la verità al pm, sulla presunta relazione tra il sacerdote e la madre della ragazza.

I fatti contestati si sarebbero verificati tra dicembre del 2016 e giugno del 2017, in un paese dell’hinterland di Lecce. Le accuse al prete hanno preso avvio dalla denuncia di una zia paterna della 13enne.