La vicenda prende il via intorno alle 02,00 della notte del 19 luglio scorso, quando, gli agenti della Squadra Volanti del Commissariato di Otranto, nel corso dell’attività di controllo sul corretto adempimento delle misure anticovid, voluta dal Questore di Lecce, Andrea Valentino, per verificare il rispetto delle norme, erano intervenuti presso il lungomare degli Eroi a Otranto, a ridosso del chiosco-bar Maestrale.
Il locale, punto di attrazione della cittadina idruntina, catalizzatore della movida estiva, noto nel Salento per la location particolare, sita su di un molo proiettato all’interno del golfo di Otranto, proprio quella sera aveva avviato la propria attività, con l’inaugurazione.
E proprio la tardiva apertura e il taglio del nastro, probabilmente, avevano attirato nel locale, nelle immediate adiacenze e sull’intero molo, quelle che potevano essere stimate in circa 1.000 persone, assembrate in tutta l’area destinata all’attività commerciale dell’esercizio e, senza soluzione di continuità, su tutta l’area del molo Santi Martiri, dove è ubicata la struttura.
Il personale intervenuto, per evidenti ragioni di Ordine Pubblico e di Sanità, per un verso si è limitato a constatare l’assembramento, per altro ha contattato telefonicamente i titolari della struttura, che sono intervenuti fuori dall’area del locale e, insieme agli uomini del Commissariato, hanno rilevato l’entità dell’assembramento all’interno degli spazi loro attribuiti e in tutta l’area circostante del molo.
I titolari del Maestrale non si erano attenuti alle misure adottate per contrastare e contenere il diffondersi del “virus COVID-19”, in quanto non avevano osservato e nulla fatto per fare rispettare le misure di cui all’art.1, lett. m) del D.P.C.M. 11.06.2020, prorogato dal D.P.C.M. 17.07.2020 nonché all’ Ordinanza della Regione Puglia n.283/2020.
Oltre alla sanzione amministrativa il Commissariato aveva ritenuto, per impedire la reiterazione della violazione, di disporre la misura cautelare immediata della chiusura provvisoria dell’esercizio per una durata di 5 giorni da scomputare dalla sanzione accessoria definitivamente irrogata, in sede di sua esecuzione.
La Prefettura di Lecce, attesa la particolare gravità dell’occorso aveva deciso di irrogare la sanzione della chiusura per giorni 30, comprensivi dei giorni di chiusura già “scontati”.
Avverso questo ultimo provvedimento il Maestrale aveva fatto ricorso al Tar, ottenendo, nell’ordine: in via cautelare una sospensiva che consentiva l’immediata riapertura, ma poco dopo – in sede di giudizio – lo stesso Ufficio Giudiziario, prima ancora di entrare nel merito della vicenda, ha dichiarato la propria incompetenza, sinanco in ordine alla sospensiva già pronunciata, determinando – così – trascorsi i limiti temporali imposti dalla Legge, la reviviscenza del provvedimento della Prefettura di Lecce che correttamente aveva irrogato i trenta giorni di chiusura.
Pertanto, il 10 ottobre scorso, i poliziotti del Commissariato idruntino, chiudendo il locale e apponendo nuovamente i sigilli, hanno messo la parola fine sull’intera vicenda e sull’attività commerciale per il 2020.
L’ultimo giorno di chiusura da espiare corrisponde, infatti, con l’ultimo giorno di possibile esercizio dell’attività in questione che, data la stagionalità, non potrebbe nuovamente riaprire, terminato il termine del Provvedimento Prefettizio.