Compiacenza di direttori di banca per operazioni in odor di usura, i retroscena dell’Operazione ‘Twilight’


Condividi su

Operazioni bancarie in odor di usura, grazie alla compiacenza di direttori, funzionari e impiegati. L'ordinanza di applicazione delle misure cautelari per 21 persone nell'ambito dell'operazione "Twilight" permette di comprendere anche il ruolo del gruppo criminale Persano.
 
Le contestazioni attengono, oltre che alla omissione delle segnalazioni di operazioni sospette alla Banca d’Italia,  ad attività che consentono l'elusione della normativa anti-riciclaggio. Il quadro è ben delineato da Alfredo Scardicchio (già arrestato a seguito dell'Operazione Shylock) e fa riferimento ad alcuni personaggi che risultano indagati "I.V. aveva un rapporto privilegiato con tale M. O. , direttore della….. …e gestiva come fossero sue le casse della filiale in questione, erogando fidi temporanei dietro pagamenti diretti a suo favore di contante, in nero chiaramente, regali quali Rolex, autovetture e beni di ogni genere… condizionatori, infissi, zanzariere… nel caso della autovetture ovviamente venivano intestate alla moglie, no? …alla convivente… …tale ….di cui non ricordo il cognome. Preciso che molti di noi alla fine ricorsero alla banca anche per lapertura di conti, elargendo moltissimi regali al signor M.O. Costui otteneva anche da noi villeggiature pagate".
 
Il sistema O. era quello di acquisire, attraverso i suoi referenti e vittime, quanti più nominativi possibili, “carne fresca per usare il termine utilizzato nei verbali da Scardicchio, ai quali aprire un conto che consentisse allo stesso O. di operarvi ed attingere la liquidità da investire nel vorticoso giro usurario che aveva creato concedendo, di volta in volta,  somme di denaro ad usura al malcapitato di turno.
 
 Parallelamente ai rapporti con la banca, come emerge dall'ordinanza a firma del gip Cinzia Vergine, M.O. ha in mente un progetto nel campo della ristorazione. Infatti, propone a Scardicchio e I.V., oltre che ad un imprenditore tarantino, di aprire un ristorante a Lecce. Quando i rapporti tra i due si interrompono a causa delle mancate promesse del direttore, I.V.  non partecipa al progetto. Il ristorante lo apriranno Scardicchio e M.O. creando una società ad hoc, riconducibile alla compagna del direttore T.A. per il 49%. In realtà M.O. non investirà nessuna cifra in questa attività, pretendendo il 49% come compenso dovuto in cambio dei suoi favori. L’attività di ristorazione viene aperta e gestita per qualche mese e tutti i fine settimana; i pernottamenti del direttore, della sua compagna e della figlia, vengono pagati dalla famiglia Scardicchio, come pure mangiare e bere al ristorante.