Incendio al Bosco Giancola. Operatore della protezione civile condannato a 3 anni


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Arriva la condanna a 3 anni di reclusione per l’operatore della protezione civile che venne arrestato ad agosto per l’incendio al bosco Giancola di Palmariggi.

Nella mattinata di oggi, il gip Simona Panzera ha accolto l’istanza di patteggiamento dell’avvocato Giuseppe Gennaccari. La pena era stata concordata in precedenza con il pm Alessandro Prontera, titolare dell’inchiesta. E nelle prossime ore, il legale valuterà se chiedere la revoca della misura cautelare dei domiciliari.

Vincenzo D’Alba, 53enne di Uggiano La Chiesa risponde di incendio boschivo doloso.

I fatti risalgono ad agosto scorso, quando un vasto incendio al bosco Giancola di Palmariggi, causò la distruzione di circa 1,5 ettari di terreno. E pochi giorni dopo, i Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Lecce e della Stazione Forestale di Otranto, eseguirono un’ordinanza di  custodia cautelare agli arresti domiciliari a firma del gip Alcide Maritati, nei confronti del responsabile.

Un uomo che risultò poi essere D’Alba venne infatti filmato dalle telecamere della zona mentre appiccava il fuoco, dove in passato, si erano verificati episodi simili.

L’attività investigativa si è avvalsa del “Metodo delle evidenze fisiche”, che ha consentito di individuare con precisione i punti di innesco dei roghi. Attraverso un sistema di videosorveglianza  nascosto,  in  prossimità  delle  vie  di  accesso  al  “Bosco Giancola”, dove in passato si erano verificati episodi simili, è stato possibile filmare il responsabile dell’incendio. Un uomo, attorno alle 9 del 2 agosto scorso, è giunto in zona con un’auto, ha imboccato la stradina di accesso al bosco e fermatosi in corrispondenza di un varco di accesso, è sceso dal mezzo. Si è poi addentrato nel bosco e ha appiccato il fuoco, allontanandosi velocemente dalla zona.

Il rogo è avvenuto vicino alla strada provinciale 344 e in prossimità dei centri abitati, con un potenziale pericolo  per  l’incolumità dei residenti.

Le telecamere sono risultate preziose per immortalare la macchina. Una volta individuato il proprietario, gli uomini in divisa si sono presentati in casa sua. Con lui, in casa, c’era anche il figlio, simile per corporatura e tratti somatici all’uomo immortalato nei filmati dell’incendio.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, D’Alba ha risposto alle domande, ricostruendo le fasi dell’incendio ed ha affermato dinanzi al gip Maritati: «Sono stato io, ma non sono un piromane ed è stata la prima e unica volta».

Il volontario della protezione civile ha sottolineato di essere disoccupato da tempo ed in difficoltà economiche e ha riferito di avere agito da solo, spinto dall’istinto, senza alcuna premeditazione.