Prestava denaro con tassi di interesse tra il 28 e il 241%, imprenditore immobiliare condannato a 7 anni e 6 mesi


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Arriva una dura condanna, al termine del processo a carico di un imprenditore immobiliare accusato di usura. Il collegio della seconda sezione collegiale (Presidente Pietro Baffa) ha inflitto 7 anni e 6 mesi di reclusione e la multa di 15mila euro, nei confronti di Alberto Trisolino, 83enne di Taviano. Anche se, in merito a un altro episodio, è stato dichiarato il “non doversi procedere”.

Il collegio giudicante ha inoltre disposto una confisca del valore di 664,790 euro e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Infine, il tribunale ha condannato l’imputato al risarcimento del danno (in separata sede) e al pagamento di una provvisionale di 30mila euro, in favore della parte civile.. Si tratta dell’imprenditore Danilo Manni, assistito dall’avvocato Antonio Manco.

Alberto Trisolino è difeso dagli avvocati Luigi Covella e Francesco Zompì, i quali una volta depositate le motivazioni della sentenza, presenteranno ricorso in Appello.

Nel corso della discussione in aula, il pm Massimiliano Carducci ha chiesto la condanna a 9 anni.

L’inchiesta

L’inchiesta ha preso il via dalla denuncia di quattro imprenditori e i fatti si sarebbero verificati tra il 2003 ed il 2011. Secondo l’accusa, le vittime di usura avrebbero ricevuto da Trisolino, una serie di prestiti, attraverso assegni bancari, con tassi di interesse fra il 28 ed il 241%. In alcuni casi, per giustificare il flusso di denaro, sarebbero stati simulati  contratti preliminari di compravendite immobiliari. Trisolino, in una circostanza, avrebbe concesso un prestito di 43mila euro, pretendendo in garanzia una procura irrevocabile semestrale a vendere le quote di una società. Inoltre, nel corso delle indagini, venne sottoposto a sequestro un patrimonio di circa 10 milioni di euro riconducibile all’imprenditore. In seguito, arrivò il dissequestro disposto dal Tribunale del Riesame.